“Se esce qualche zero negativo fammi il profilo completo”, aveva ordinato il medico condotto. Sgranò gli occhi: sistema di tollerabilità livello uno, il migliore. Zero negativo e Hla di livello uno, da non crederci. Il primo rene lo aveva trovato, restava di cercare l’altro e poi per entrambi la fase successiva in cui avrebbe dovuto convincere i proprietari a cedere, pagando, uno dei loro reni. Paolo era un infermiere che lavorava all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Fare il primo turno non gli era mai piaciuto, ma quella mattina si svegliò felice di farlo. “Chissà perché”, si chiese, trovando la cosa tutt’altro che fastidiosa. Immaginò i suoi colleghi smontanti che lo attendevano con ansia mentre guardavano il grande orologio bianco sulla parete maledicendo le lancette che dondolavano senza fretta sul quadrante ingiallito dagli anni.
Nazareno Dinoi
60 anni, è infermiere e giornalista. Lavora nella postazione 118 di Manduria, provincia di Taranto. Scrive di nera e giudiziaria per diversi giornali. Ha scritto: “Anime senza nome” (Aniarti, 1999), “Kompagno di sogni” (Del Grifo 2003), “Dentro una vita” (Reality Book, 2011), “Sarah Scazzi, cronaca di una notte mai scritta” (Barbieri Selvaggi, 2013).
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