Nicolino va alla guerra, è un romanzo di 222 pagine in grado di spiegare la prima guerra mondiale vissuta da ogni protagonista del racconto ideato dalla scrittrice Bianca Tragni. Nicolino nasce ad Altamura nel 1898, cresce in una famiglia dedita al lavoro agrario. Giuseppe suo padre, in veste di fittaiolo coltiva le terre dei Baroni Melodia, Angela Lossurdo, (Donna Angelina), sua madre, è una mamma dolcissima e attenta. Infatti Nicolino ha quattro fratelli: Evangelista, Donato Giovanni, Stefano e quattro sorelle, Vita Maria, Lucetta, Battista e Annina.
I giovani Tragni, per il loro portamento in paese li definiscono i giaiant (i giganti). I fratelli lavorano nei campi, patrune P’ppine li tratta come lavoratori, questi ultimi a piene mani insegnano loro, ogni segreto della campagna murgese. Il tempo passa, trascorre, nel 1915 Evangelista e Stefano partono per il fronte, nel marzo del 1917 “Nicolino va alla guerra”. La patrauna, Donna Angelina, è disperata, non riceve notizie da Evangelista e Stefano, ora vede partire il terzo giaiant di famiglia. Il padre Peppino, figlio di Evangelista Tragni patriota del 1948, pur con grande amarezza accetta anche la partenza di Nicolino.
I tre giaiant, hanno un compito ben preciso liberare Trento e Trieste. Nicolino parte dal Distretto Militare di Bari, quindi è trasferito al 10° Reggimento d’Artiglieria di Fortezza, destinazione Forte Tombion, situato tra il Brenta e Cismon del Grappa. Il romanzo di Bianca Tragni entra nei dettagli storici, strategici, tattici di una guerra ricordata come “Grande”, combattuta tra le trincee dell’Isonzo, Tagliamento e Piave: bombe, granate esplosive o cariche di nuovi (…) componenti: gas velenosi. L’importanza delle Crocerossine, della posta ricevuta o mai giunta e delle donnine (involontarie Vittime di Guerra), che in periodi prestabiliti dal Comando dell’Armata visitano il campo elargendo ai fanti meno di cinque minuti per “sognare amori lontani”. Due guerre, la prima di Cadorna e dei suoi Generali, infine Diaz e la vittoria. Nel mezzo una guerra di massa, affrontata da valorosi contadini e da Generali “piuttosto distratti” di cui Nicolino è testimone a partire dalla resa di Caporetto. La moralità, l’ingegno, la forza di Nicolino attraggono il rispetto di commilitoni e superiori. Nicolino è promosso Caporale, ma perde il suo grande amico Ciro.
La guerra continua tra le sapienti pagine scritte dall’autrice, ricche di suspense e colpi di scena, (anche affettivi). Trento e Trieste vengono liberate. La guerra è finita, ma per Nicolino e altri commilitoni la guerra continua, a loro il compito, in attesa del rientro ad Altamura, di sminare determinare aree piene di ordigni inesplosi….
Buona lettura a tutti.
Giovanni Lafirenze
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