TARANTO – Sequestrati preventivamente beni per un importo di circa 1 milione di euro, nei confronti di 4 funzionari, Dirigenti di un’azienda pubblica di trasporto locale.
L’attività investigativa si è concretizzata nella disamina delle delibere aziendali riferite ai mandati di pagamento stipendiali, raffrontate con il contratto collettivo nazionale di lavoro dello specifico settore. E’ stato accertato che, dal 2005 al 2015, le suddette figure dirigenziali, disponendo, per la funzione rivestita, dell’impiego di risorse finanziarie della società, si sono indebitamente appropriate di somme di denaro non spettanti, attribuendosi maggiori emolumenti rispetto a quelli effettivamente dovuti per un maggior ammontare complessivo di circa 1 milione di euro.
Nel particolare, tra le spettanze arbitrariamente aggiunte dagli indagati nei propri stipendi, figurava la voce “retribuzione variabile incentivante”, corrispondente ad un incremento lordo individuale
compreso tra gli 870 ed i 1.620 euro mensili. Inoltre, nei confronti del Direttore d’Esercizio pro-tempore è stata altresì appurata una indebita auto-liquidazione di maggiori emolumenti con l’attribuzione in busta paga di una “indennità di anzianità”, corrispondente a 1.290 euro lordi mensili, assolutamente non spettante per mancanza dei requisiti previsti dalla normativa sui trattamenti dirigenziali.
Nei confronti dei predetti Dirigenti della società a capitale pubblico sono stati pertanto configurati i reati di peculato aggravato continuato, in concorso (artt. 110, 81, 314 C.P. e 61, n. 7).
Tra i beni sequestrati figurano 7 autovetture, alcune delle quali di grossa cilindrata (BMW Serie 5 e Mercedes Classe E), 8 immobili, tra i quali alcune villette ubicate sulla litoranea salentina, nonché
conti correnti bancari e fondi comuni d’investimento per cospicui importi.
Il provvedimento, disposto dal G.I.P. presso il Tribunale di Taranto, dott.ssa Anna Patrizia Todisco, è l’epilogo di indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica, coordinate dal Sostituto
Procuratore della Repubblica dr. Maurizio Carbone, nell’ambito delle quali sono state in definitiva analizzate le procedure di liquidazione delle competenze stipendiali dirigenziali, corrisposte dalla società a capitale pubblico a coloro che hanno rivestito gli incarichi di Direttore Generale, di Direttore d’Esercizio – figura che, sulla base degli accertamenti eseguiti, ha attribuito e liquidato le competenze stipendiali per i dirigenti, oltre ad assolvere, in evidente conflitto di interessi, ai compiti istituzionali di revisione degli stipendi aziendali nel loro complesso – di Direttore del settore Economico Finanziario e di Dirigente del Movimento.
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