MARUGGIO – Le campagne del Comune di Maruggio, da alcuni mesi, sono diventate appetibili per gli “sradicatori” di alberi secolari di ulivo, e per i “ricercatori” di antichi muretti a secco. Sembra che questo sia diventato un florido mercato, e che la richiesta che giunge dal Nord d’Italia, sia fiorente. Nella seconda metà dell’ ‘800 i ricercatori d’oro si spingevano sino in Alaska e in California per cercare l’oro, adesso nel territorio del Comune di Maruggio, speculatori senza scrupoli, infischiandosene dell’aspetto naturalistico e paesaggistico del patrimonio naturale, sono alla ricerca delle pietre migliori che compongono le mura a secco, molto richieste in un mercato fiorente indirizzato verso il Nord Italia, dove vengono utilizzate per l’abbellimento di ville, (stessa cosa avviene con gli alberi di ulivo sradicati). Lunedì scorso, in contrada “Le Fabbriche,” territorio del Comune di Maruggio, all’interno di una distesa di diversi ettari di macchia mediterranea, di nascosto, fotografavo tre operai, intenti a scegliere le pietre più belle che poi con cura depositavano in dei capienti cesti di fil di ferro. Una pala meccanica, aveva preventivamente ripulito dalla macchia mediterranea, l’ampia zona interessata alla ricerca, e successivamente, provvedevano a caricare le pedane su di un camion. Dopo essermi spostato di circa trecento metri, ho provveduto a chiamare i carabinieri della stazione di Maruggio i quali, immediatamente intervenuti, sono stati da me accompagnati sul posto dove ancora gli operai erano intenti alla cernita. Veniva chiesto l’intervento in zona del “datore di lavoro” il quale, insieme ai tre operai (due erano rumeni), venivano identificati. Dopo la verifica dello stato dei luoghi, appurata l’esistenza del “vincolo paesaggistico” al quale l’area è risultata essere sottoposta, il comandante la stazione maresciallo La Spina, ha provveduto a denunciare all’autorità giudiziaria i responsabili di tale deprecabile “mercato nero,” per i reati di cui al decreto legislativo sulla tutela ambientale e paesaggistica. Altre indagini sono ancora in corso. Il disboscamento è all’origine dell’instabilità di molti terreni collinari, come quello di contrada “le Fabbriche” poiché le piante con le loro radici, formano nel terreno una vera e propria briglia che impedisce alla terra di essere portata a valle dall’acqua, così come i muri a secco che, oltre a rappresentare la cultura contadina del nostro territorio, fungono anche alle acque da argine per le erosioni, gli smottamenti e le frane.
Mimmo Carrieri
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