Ex voto è un termine latino che sta per ex voto suscepto, “secondo promessa fatta”, e, nella pratica, consiste in un ringraziamento alla divinità per aver ottenuto una risposta (o in una offerta in attesa di risposta) alle proprie preghiere (in genere riguardanti la sfera della guarigione e della salute): tale ringraziamento viene espresso attraverso la riproduzione degli organi malati e guariti o da guarire, e/o comunque attraverso la ricostruzione figurata dell’evento e della grazia ottenuta o attesa.
Gli ex voto sono dunque in genere modelli di organi malati o sani, che vengono depositati nelle chiese (prima ancora, nei santuari pagani). Si tratta di un antico rituale rimasto in auge sino a fine 1800 e in qualche caso anche oltre. Nella casa del santo o della divinità si lasciavano questi modelli che rappresentavano parti del corpo che si chiedeva di guarire o proteggere.
In antichità esistevano ex voto in pietra e in terracotta, poi sostituiti da riproduzioni in cera, in argento e in altri materiali. Vi sono anche rappresentazioni di tipo pittorico, realizzate su tela, carta, ecc.
Molte volte gli ex voto riportano iscrizioni ricollegate all’episodio di guarigione (ad es. il nome della persona miracolata e la data della grazia ricevuta, e/o acronimi come “P.G.R.” (per grazia ricevuta), “V.F.G.A.” (votum feci gratiam accepi).
Un esempio ancora oggi visibile e visitabile di ex voto è presso il santuario di S. Cosimo (Oria) dove esiste una sala allestita ad esposizione di tutti gli ex voto dedicati ai “Santi Medici”.
Nella Chiesa di Pasano esisteva una tradizione di ex voto, la maggior parte dei quali in cera, che venivano posti ai lati dell’ altare maggiore, e consistevano nella riproduzione di particolari anatomici. Di questa caratteristica, della quale è ormai scomparsa ogni traccia, ci offre un quadro Gaetano Pichierri:
“Vi è, presso la Biblioteca Francescana di Sava, una breve pubblicazione del 1897 dal titolo: I miracoli di Maria SS. Di Pasano, stampata dalla Tipografia D’Errico di Manduria e priva del nome del suo autore.[…] La devozione a quella sacra immagine non era sentita solamente da parte degli abitanti del nostro paese, ma anche dei paesi circonvicini e di altri pure più lontani. Cosicchè le pareti del Santuario erano piene di ex voto per grazie ricevute. Ecco, a proposito, quanto si legge nell’elenco dell’autore anonimo: “A destra e a sinistra dell’ Altare Maggiore, una gran quantità di mani, di busti, teste, piedi di votivi tutti di cera vi sono appesi.”
Degli ex voto anatomici di Pasano è scomparsa traccia, ma in una ricerca curata da Antonio Basile e Salvatore Fischetti è fotografato e descritto un dipinto ex-voto dedicato alla Madonna di Pasano nella seconda metà dell’ Ottocento, che rappresenta una savese, Maria Pesare “Romita” (= eremita, nella accezione di custode della cappella) guarita dalla Madonna. Nell’ iscrizione si legge: “Miracolo […] fatto a Maria Pesare Romita di questa Cappella, soffriva una spina ventosa a l’intero braccio per lo spazio di anni 24 …”.
Gianfranco Mele
BIBLIOGRAFIA
Gaetano Pichierri, La devozione alla Vergine di Pasano attraverso la lettura di due documenti del secolo scorso”, in Omaggio a Sava, a cura di V. Musardo Talò, Del Grifo Ed., Lecce, 1994
Roberta Ballestriero, Storia della ceroplastica, Nuoro, 2006
Antonio Basile, Salvatore Fischetti, Radici di Taranto: itinerari di arte-folklore-ritualita-religiosita-lavoro e cultura popolare nella raccolta di Alfredo Majorano, Manduria, Tiemme, 1990
Mario Annoscia, Il santuario della Madonna di Pasano presso Sava, Ed. Del Grifo, Lecce, 1996