lunedì 23 Dicembre, 2024 - 7:30:01

La “Dolce Vita”di Matteo Bruno Miola: Il Maestro della Pasticceria

Matteo Miola, conosciuto affettuosamente come Bruno tra parenti e amici, nacque nel 1930 ed ebbe una vita ricca di avventure e successi nel mondo della pasticceria. Egli fu il quinto di dieci figli e fin da giovane iniziò a lavorare nelle pasticcerie di Taranto, dove si dedicò principalmente ai rifornimenti e alle consegne. Tra le storie che amava raccontare, c’era quella di quando portava dolci ai reparti della Marina Americana nel porto di Taranto. Mentre tornava a casa con un vassoio equilibrato sulla testa, spesso faceva cadere il contenuto, ma con grande cura raccoglieva farina, burro e cioccolato per condividerli con i suoi fratelli e sorelle. Queste narrazioni erano permeate di tristezza, ricordi di un’epoca segnata dalla guerra e dalla difficoltà.

Nonostante le sfide, Matteo riuscì a frequentare l’Istituto Righi di Taranto, con un indirizzo meccanico, ma il suo cuore apparteneva alla pasticceria, dove affinava costantemente le sue abilità. Dopo aver lavorato brevemente in rinomate pasticcerie a Napoli, tra cui “Pintauro,” “Capparelli,” “Poppella” e “Gambrinus,” giunse al bar pasticceria “La Sem” a Taranto, dove raggiunse il grado di secondo pasticcere. Tuttavia, la sua ricerca di perfezionamento lo portò a scoprire che il caffè pasticceria “Alvino” stava cercando un esperto capo pasticcere, e Matteo non esitò a presentarsi. Venne immediatamente assunto.

La sua vita prese una svolta inaspettata durante un viaggio da Taranto a Lecce a bordo di un motorino in pessime condizioni. Il mezzo si fermò a Manduria e non ripartì. Matteo e il suo amico si diressero all’officina meccanica del signor Prudenzano, che in seguito divenne il concessionario Piaggio di Manduria. Prudenzano disse loro che la riparazione richiedeva tempo e li invitò a fare un giro in attesa.

Durante questa breve sosta, Matteo scoprì che il Cine Teatro Candeloro stava cercando un gestore per la sua Buvette. In quell’istante, nacque l’idea di realizzare il suo sogno di aprire un’attività. Nel 1953, firmò un contratto con i Candeloro e, con appena 37.000 lire (equivalenti a poco meno di 20 euro di oggi), raccolte grazie al contributo di sua nonna, acquistò alcune bevande e leccornie da vendere agli spettatori del Cine Teatro e ai passanti lungo Via Erario.

Con grande determinazione, riuscì a confezionare semplici dolcetti nella cucina a lui dedicata, grazie all’appoggio di un fornitore che aveva riconosciuto il suo talento e preparazione. Col passare del tempo, fu in grado di acquistare attrezzature come un piccolo forno, un banco gelato e una nuova cucina. Gli abitanti di Manduria iniziarono a riconoscere le sue abilità di pasticcere raffinato. Durante quegli anni, Matteo conobbe mia madre, e ben presto decisero di sposarsi. Il periodo economico prospero degli anni ’60/’70 portò a un lavoro frenetico e soddisfacente sotto ogni punto di vista.

Fu uno dei pionieri nel campo del catering, poiché in quegli anni le feste come matrimoni, battesimi e altre celebrazioni si svolgevano principalmente in case private o in spazi messi a disposizione dalle chiese e dai conventi, e i ristoranti erano pochi e non adeguati come li conosciamo oggi. Matteo iniziò a offrire cibo salato, sfruttando le conoscenze acquisite al Gambrinus. Nel suo menu comparvero tartine, rustici, panini e persino torte nuziali decorate come altari.

Il suo nome si diffuse in tutta la regione pugliese, e i turisti che visitavano la nostra costa tornavano a casa con pacchi pieni di dolci. Tra questi c’era il “Colombino“, un piccolo dolcetto che esplodeva di bontà in bocca grazie alla sua ricetta tradizionale e autentica, oggi certificata da Slow Food. Solo poche pasticcerie manduriane sono in grado di realizzarlo.

Per molti anni, il “professore” Matteo Bruno Miola insegnò la sua arte e le sue competenze a numerosi studenti della Scuola Alberghiera di Leporano. Alcuni di loro sono diventati chef stellati, esperti dimostratori o hanno aperto le loro attività. La sua eredità è una parte importante della storia di Manduria, apprezzata da tutti fino al giorno della sua scomparsa il 30 marzo 2005. Il maestro Miola lasciò un prezioso patrimonio di conoscenze nel settore della pasticceria, che le generazioni successive hanno saputo valorizzare grazie alla sua passione e dedizione. La sua vita è un esempio di come la perseveranza e la dedizione possono portare al successo, anche partendo da condizioni difficili.

Piero Miola

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