giovedì 21 Novembre, 2024 - 17:39:08

La favola del colibrì, il bacio della Hack e il Cavaliere azzurro

Tutto ha inizio nel 2005 con il governo del Perù che dona all’Italia 100 colibrì. Gli uccelli vengono alloggiati in una zona del parco nel Castello di Miramare di Trieste. Per un piccolo inghippo la strega Burocrazia voleva sfrattare i colibrì come clandestini. A salvarli ci ha pensato Silvio Berlusconi e Margherita Hack, a lui riconoscente, vuole dargli come premio un bel bacio

Come in una favola. Dove il rospetto (in questo caso, simpaticamente una rospetta) sogna il bacio del Cavaliere. «Non appena vedrò Berlusconi, lo abbraccerò e bacerò»: giura l’astrofisica Margherita Hack. «Sono sempre stata critica nei confronti di Berlusconi, ma questa volta gli sono in debito», prosegue l’ottantottenne, arzilla, astrofisica. Che è successo? Sono i postumi del Natale in cui tutti sono più buoni? Per capirlo, bisogna sentire il narratore di questa favola, che in questo caso è addirittura un critico d’arte, Vittorio Sgarbi.

Che comincia il racconto sul Giornale così: «Volevo parlare dell’uccello di Berlusconi». Per fortuna del Cavaliere azzurro, però, in questo caso non si tratta di favola dai contorni hard, come quelle che tanto sono piaciute agli affabulatori di Repubblica in passato. Niente festini, né domande, Sgarbi chiarisce subito l’equivoco: «Non vorrei che qualcuno equivocasse alla luce delle vicende che hanno privilegiato dell’uccello l’aspetto metaforico ma, non avendo di quello nessuna nozione se non intuitiva, voglio proprio riferirmi a quello che, con mia sorpresa, si è rivelato l’uccello preferito del presidente del Consiglio». Il volatile protagonista di questa favola è un colibrì. Anzi: 100 colibrì, quelli donati dal governo del Perù all’Italia nel 2005.

Da allora i simpatici uccellini sono ospiti di una zona particolare del parco nel Castello di Miramare di Trieste, dove appositamente è stato costituito un Centro del colibrì (l’uccellino è tipico dell’Amazzonia, ma non affatto dell’Italia, per cui era necessario costituire una speciale flora per ambientarlo), curato da Stefano Rimoli così bene che i colibrì hanno negli anni trovato la situazione nutrizionistica ideale e iniziato a riprodursi. Siccome siamo in Italia, in questa fiaba la strega cattiva è sempre la stessa che dà problemi a tutti, volatili e umani, la burocrazia. Per un piccolo inghippo, infatti, i colibrì stavano per essere sfrattati come clandestini, perché non era stata firmata ufficialmente una convenzione che ne legittimasse la permanenza nel Belpaese. Così la strega Burocrazia si era materializzata nella terribile nota inviata da un mite sovrintendente – così lo descrive il narratore Sgarbi -, Carbulotto, che aveva ingiunto il trasferimento degli uccellini entro e non oltre il 10 gennaio 2011.

Animalisti e affezionati del centro erano già preoccupati da anni per la solita carenza di fondi italica, che già aveva colpito i poveri colibrì, e che era stata denunciata in numerose occasioni. Ed ecco che, nell’angoscia più nera, arriva però infine il Cavaliere. Con uno stratagemma di “meta-narrazione” infatti, l’autore della fiaba racconta di aver informato lui medesimo il Cavaliere della sorte dei colibrì: «L’argomento apparve subito interessargli ed egli prese appunti e manifestò l’intenzione di sottoporre il caso al ministro Prestigiacomo. Raccontò di conoscere bene i colibrì, per averne un numero imprecisato nei giardini della sua villa ad Antigua, che cantano incessantemente dall’alba al tramonto. Un canto che prontamente descrisse melodioso e sublime».

Allo scadere dei termini, il poetico cavaliere ha così decretato la salvezza dei colibrì: «Non si può pensare di trasferire i colibrì, è da pazzi solo immaginarlo, perché ne morirebbero metà. Lo Stato farà immediatamente una Convenzione con il Centro senza spostare nemmeno temporaneamente i colibrì. Me ne occuperò personalmente». Tutto è bene quel che finisce bene. E così mentre il Centro di Trieste può tirare un sospiro, Margherita Hack, che si è battuta molto per gli uccellini, ora può sognare il meritato bacio. Al Cavaliere azzurro salvatore dei colibrì.

Fonte: TEMPI.IT

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