Riceviamo e pubblichiamo la lettera indirizzata, dalla Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane – F.N.P.I. , ai Deputati e Senatori della Repubblica Italiana
Spett.le Onorevole, Spett.le Senatore
Quali farmacisti, laureati ed iscritti ad un ordine professionale, restiamo allibiti dalla proposta di legge di cui al Consiglio dei Ministri di giorno 20 febbraio u.s.-
Ci chiediamo come sia possibile da un lato non consentire la vendita dei farmaci di Fascia C a dei farmacisti abilitati che operano all’interno delle parafarmacie e, allo stesso tempo, permettere l’ingresso di non farmacisti nella titolarità di una Farmacia.
Nello scontro tra la lobby dei farmacisti titolari e il capitale privato delle grandi catene di farmacie noi siamo i più deboli e i meno rappresentati.
Ma siamo farmacisti laureati, abilitati ed iscritti ad un ordine professionale.
Questo consiglio dei Ministri, con le sue scelte, ha sancito che in Italia le lobby,o chi ha molti soldi, ricevono tutela dalla classe politica, mentre chi si è laureato ed ha investito, nel proprio Paese, sulla propria professione è sempre umiliato e mortificato.Come si può parlare di “Liberalizzazioni” quando si permette ad un non farmacista di acquisire quote di una farmacia e allo stesso tempo si impedisce a chi ha investito sulla propria laurea e sul proprio territorio, aprendo piccole parafarmacie(spesso in luoghi poco serviti dalle farmacie presenti), di dispensare i farmaci di Fascia C?
Nei giorni precedenti al Consiglio dei Ministri tantissime voci si sono levate contro la liberalizzazione, paventando rischi per la salute e la possibilità di abuso di farmaci.
Perché nessun politico ha speso due parole per i farmacisti delle parafaramcie!?!?!
Perché nessun politico ha detto che in parafaramacia c’è sempre un farmacista, che spesso prima era dipendente, direttore o anche proprietario di una farmacia?!?!?
Perché nessun politico ha detto che liberalizzare i Farmaci di Fascia C, non vuol dire eliminare l’obbligatorietà della ricetta, ma solo permetterne la dispensazione, sempre dietro presentazione di ricetta medica, nelle parafaramacie dei farmacisti?
Perché in Italia si umiliano e abbandonano i giovani e coraggiosi farmacisti che, a fronte di un sistema di accesso alla professione basato sul censo e sull’ereditarietà, hanno voluto aprire una parafaramacia, con i propri risparmi, mettendo la propria professionalità al servizio della cittadinanza?Ci chiediamo come sia possibile che un Ministro della Sanità Italiano gioisca con un tweet di tali provvedimenti, ritenendoli volti alla difesa degli anziani.
Gli anziani, quotidianamente, vengono nelle nostre parafarmacie per un consiglio, per farsi misurare la pressione o la glicemia, per avere un confronto con un professionista, laureato ed abilitato, che dedichi loro quei 5 minuti in più, quell’attenzione che, forse, nelle farmacie sempre affollate non trovano.Ci chiediamo, dunque, come possa un Governo come quello Italiano che fa grandi proclami parlando di liberalizzazione, di incentivare l’iniziativa dei giovani, di aiutare i professionisti che investono sul territorio, a premiare e difendere le Lobby ed i Capitali, mortificando chi si è laureato e cerca di esercitare la propria professione.
Ringraziando, per il tempo concessomi per leggere questa missiva, certo di un Vostro Riscontro, porgo distinti saluti
Dott. Davide Giuseppe Gullotta
Farmacista e Presidente Federazione Nazione Parafarmacie Italiane
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