Ricordo ancora con affetto la mia prima macchina fotografica, una Ferrania Eura. Era il 1959, l’anno della mia nascita, e mio padre l’aveva comprata per la famiglia per 2.650 lire, appena uscita. Non era stata acquistata per me, ma per mio fratello Tonino, che però non la usava mai. A lui piacevano i libri, mentre io ero affascinato dalla fotografia. Così, piano piano, la Ferrania Eura divenne mia, e con essa scattai le mie prime foto a 10 anni.
Il corpo di plastica e alluminio, con quella forma bombata e la slitta per il flash sopra la calotta, la ricordo come fosse ieri. Il semplice movimento di sollevare le fasce metalliche per aprire il dorso e caricare la pellicola era un gesto che mi dava una sensazione di libertà e creatività. Le sue due aperture, f/8 per i giorni nuvolosi e f/12 per quelli soleggiati, mi insegnarono a osservare il cielo e a capire quale fosse il momento migliore per scattare.
Mentre Tonino si immergeva nei suoi libri, che alla fine avrebbe iniziato a scrivere, io mi perdevo nel mondo delle immagini. La fotografia è rimasta la mia grande passione, e quella piccola Ferrania Eura è stato il punto di partenza di un viaggio che ancora oggi continua.
Dopo oltre 50 anni, il destino ha voluto che la Ferrania Eura ritornasse nelle mie mani. L’ho ritrovata per caso in un mercatino di beneficenza a Desenzano del Garda, e l’ho acquistata per pochi euro. Ma per me vale molto di più: racchiude un mondo di ricordi, il punto di inizio di una passione che non si è mai spenta.
Fernando Filomerna