Il Teatro Comunale Fusco, inaugurato il 30 dicembre scorso a Taranto, dopo un restyling di notevole importanza, ha aperto il 14 gennaio la stagione artistica con un appuntamento del cartellone della più antica associazione concertistica pugliese “Amici della Musica Arcangelo Speranza”, con lo spettacolo “Il risveglio del Fauno”, dedicato a Debussy, eseguito dall’Orchestra Taras, diretta dal talento tarantino M° Nadir Garofalo. Istituita nel 1922 per volontà di Elena Belleni Rochira, la Società “Amici della Musica” si è posta quale polo culturale, organizzando serate d’arte, con i migliori artisti del nostro tempo, che hanno proposto i grandi capolavori della musica classica. Nelle linee di programma più recenti, l’associazione ha aperto a nuove forme musicali, al teatromusica, al jazz e alla danza nella convinzione che non ci debbano essere confini all’interno della parola arte.
Il primo concerto proposto a Taranto dagli Amici della Musica ebbe luogo la sera del 22 novembre 1922, al Cinema Teatro Vittoria. Per la 75a Stagione concertistica gli Amici della Musica proporranno al Teatro Fusco altri tre appuntamenti di prestigio: il 22 febbraio il musical acrobatico “The Black Blues Brothers”, l’11 marzo il recital del pianista Francesco Caramiello e il 2 aprile uno dei nuovi talenti della tastiera, Orazio Sciortino. Altri appuntamenti di prestigio saranno ospitati sul palco del Teatro Orfeo, tra cui il Premio Oscar Nicola Piovani, giorno11 febbraio, Elio delle ex Storie Tese, il 19 marzo e uno dei grandi di sempre del pianoforte, Vladimir Ashkenazy, di scena con il figlio Vovka, il 16 aprile. Accanto al cartellone principale, la tradizionale sezione «Young», presso il Salone della Provincia, riservata ai giovani interpreti. La Stagione è organizzata con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e gode dei contributi di Regione Puglia, Comune di Taranto e Provincia (info www.amicidellamusicataranto.it).
Sul palco, sono stati i suoni ad imprimere e modificare l’esperienza dello spettatore, attraverso pennellate di luce carezzevole, per illuminare quella spontanea meraviglia, che si prova di fronte alla bellezza del mondo, da cui è fluita la prima intuizione filosofica. Tutta l’esecuzione della giovane “Orchestra Taras” è divenuta, così, un invito per lo spettatore a focalizzare la propria attenzione sul quel pensiero melodioso, necessario per rieducarsi all’inatteso e lasciarsi sorprendere dagli imprevedibili eventi del quotidiano. Il denso humus teorico, professionale e musicale, che ha caratterizzato la direzione del M° Nadir Garofalo si è reso manifesto con la sua volontà di lasciar emergere il proprio profilo culturale ed intellettuale e la propria intenzione artistica di svelamento dell’essenza noumenica dell’hic et nunc, del anima sensibile delle cose. Coreograficamente si è potuto assistere a una progressiva presenza sempre morbida e curvilinea, dominata da moti fluidi dei danzatori, Teri Demma e Nico Gattullo, acrobati di ResExtensa, che sotto l’egida della coreografa Elisa Barucchieri, hanno accolto lo spettatore in un’atmosfera fatata, mentre l’insolito paesaggio sonoro, si è distinto subito per ricercatezza ed eterogeneità rapsodica delle esecuzioni. Figure aeree spiraliformi e eteree coalescenze, simili ad evanescenti volute di fumo, il passo dei danzatori non ha ceduto, dunque, alla forza di gravità del suolo e l’ha vinta con la levità di contorsionismi e la delicata rotondità del gesto.
Un tappeto sonoro misterico, quasi ipnotico del “Le flute de Pan” di Jules Mouquet, eseguito dalla virtuosa flautista Marta Lorenza Grieco, ha accompagnato la fugace apparizione del fauno tra le poltrone della platea. Attraverso questo raffinato connubio di performance, che ha reso visibile l’apollinea ed immanente natura della essenza artistica, si è cercato di ridestare la facoltà noetica dello spettatore, la sua capacità istintiva di intuire gli schemi profondi che regolano il cosmo, in un’inarrestabile dialettica tra musica e danza, tra suono e movimento, con il gesto che scivola tra le due arti e non si definisce, sciogliendo i propri confini ontologici in una fusione armoniosa.
Alessandra Basile