Evento di cultura fotografica “Il ritratto, il suo sguardo “ – concept e direzione artistica di Domenico Semeraro.
La fotografia di ritratto di Domenico Semeraro: evoluzione e riconoscimento di una natura duale.
È possibile scardinare un concetto conosciuto di “natura” antropologica, che impedisca di scivolare nelle consuetudini del relativismo? La “natura umana”, intesa come duplicità, ha consentito nel tempo differenti formulazioni, ponendosi ogni volta come problema del rapporto tra corpo e anima, vita e spirito, istinto e ragione sempre, però, nel tentativo di creare una risoluzione dello scontro, della dicotomia che questa impostazione sembrava contenere. E se, invece, considerassimo un punto di vista alternativo, in cui si provasse a restare all’interno non tanto di una visione dualizzante della “natura umana”, quanto piuttosto di una prospettiva, che assuma la “duplicità”, quale tratto primigenio e, quindi, “naturalmente” integrato nell’essere umano? Nei solchi dell’ultima esperienza di ricerca artistica di Domenico Semeraro, in ambito di ritrattistica fotografica, sembra essersi risvegliata questa variante esistenziale, cifra di un percorso di maturazione, frutto di una apertura verso quella volontà di perdersi nella completezza del superamento di schermi e catene. C’è anche la percezione che l’emozione non si schiuda completamente all’esterno, ma sosti, per un attimo, dentro la persona. Come se, il soggetto in fotografia si fosse fermato qualche secondo per sentire, dentro di sé, l’emozione, o meglio il turbinio di emozioni col fiato sospeso. Tutto in un solo fotogramma. La foto indaga, scava e allo stesso tempo rende elegante ed esteticamente sublime l’astrazione dal contesto, in un’atmosfera rarefatta.
Con la sua capacità di stupire, Semeraro riesce a sbriciolare i canoni, i modelli e le categorie tipiche dell’estetica del ritratto, con un approccio nuovo. L’inclinazione fortemente teatrale ha un ruolo notevole nella sua visione della fotografia di ritratto, che è seguita, costruita, provocata, poiché tessuta e annodata tra il fotografato e il fotografo, perché si determini il punctum di ogni ritratto. La sua continua ricerca di un nuovo orizzonte artistico, lo porta a sperimentare la luce sui volti, per disegnare nuovi sguardi, pose, movenze, espressioni, che vanno lette e interpretate nella logica personale dell’autore, che realizzandole ci offre una sua idea del mondo, una sua concezione della storia ed un suo preciso punto di vista sull’essere umani. La sua è continua ricerca di quella identità naturale, fatta di carne e sangue, viva, pulsante, vera. E ognuno di questi ritratti ci restituisce un attimo felice, privo di banalità, una tecnica magistrale, unita alla morbidezza naturale di un immenso talento, che si è sempre alimentato nello studio, senza mai rinunciare alla vivacità dell’immediatezza e dell’istintività. Il lavoro di Semeraro è notevole, articolato, una commistione di stile ricercato e indiscutibile gusto per la bellezza, frutto dell’attività incessante di un infaticabile sperimentatore. I suoi scatti sono un documento prezioso, la cui unicità risiede nel modo di restituirci i soggetti, secondo ciò che il suo sguardo ha colto da essi. Perché, come non esiste una immagine della realtà, che non nasconda una seppur impercettibile falsità, non c’è rappresentazione costruita, che non contenga un margine di autenticità. Risultano vuote le critiche che vogliono comprimere il concetto di fotografia entro i margini di verità e di oggettività. Tutte le immagini da lui concepite sono il risultato espressivo di una personalità artistica e culturale in forte espansione, che si sta plasmando attraverso la sperimentazione continua, vettore di cambiamenti ed evoluzioni di stile, dettati dalla vivacità creativa di uno spirito curioso e intraprendente.
Alessandra Basile