Grazie al decennale lavoro di raccolta dati effettuato in mare dalla Jonian Dolphin Conservation, in collaborazione con il Dipartimento di Biologia UNIBA e con il CNR-ISSIA di Bari, da marzo scorso a Taranto è stato avviato il percorso per l’istituzione della “Oasi Blu del Golfo di Taranto”.
È una iniziativa che vede come attore principale il Comune di Taranto il quale ha istituito, dimostrando particolare lungimiranza, un tavolo di lavoro attorno cui siedono, oltre alla stessa JDC, la Marina Militare Italiana, la Capitaneria di Porto, il CNR Talassografico e l’Università di Bari.
Il lavoro del team di esperti impegnato in questa iniziativa ha già prodotto una prima zonizzazione dell’area della “Oasi Blu” che rappresenta, senza ombra di dubbio, uno strumento efficace di tutela e protezione dei cetacei del Golfo di Taranto.
Purtroppo, proprio nello stesso periodo in cui sul nostro territorio sono in atto importanti sforzi per creare questo strumento di tutela e salvaguardia del nostro ecosistema marino, nel resto della Nazione si discute delle nuove concessioni petrolifere che, producendo effetti devastanti per il Golfo di Taranto, sono sicuramente incompatibili con le sue caratteristiche territoriali e con il futuro ecosostenibile delle tre regioni costiere.
“PROSPETTIVE non PROSPEZIONI”: ecco cosa ci vuole per il Golfo di Taranto, la più importante baia storica del Mediterraneo.
Il suo destino giunge oggi ad un importante bivio: aumentare le già pesanti pressioni antropiche puntando sulla petrolizzazione, oppure scommettere sulle risorse inesauribili della storia, della cultura, della natura, dell’enogastronomia, della bellezza dei paesaggi delle tre regioni che si affacciano sul Golfo di Taranto?
Per questo è necessario accelerare tutti gli iter amministrativi per la “Oasi Blu” dimostrando così che la città di Taranto, la Regione Puglia e le altre due Regioni (Basilicata e Calabria) che si affacciano sul Golfo di Taranto, oggi vogliono determinare il destino dei loro territori e vogliono un futuro “green” per i loro figli.
Chiediamo pertanto al Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, all’Assessore comunale Francesca Viggiano ed al Dirigente comunale Carmine Pisano di accelerare e portare a termine quanto prima il lavoro per l’istituzione della “Oasi Blu nel Golfo di Taranto” diventando così il primo territorio ad aver compiuto azioni concrete in difesa dei nostri amici cetacei.
Il Golfo di Taranto copre un’area di circa 14000 km² ed è il tratto di mare che bagna tre regioni del Sud Italia: Puglia, Basilicata e Calabria. La linea di confine che lo racchiude si estende da Santa Maria di Leuca, in Puglia, fino a Punta Alice, in Calabria, con una estensione di 60 miglia nautiche.
Giuridicamente il Golfo è stato definito “baia storica” dal Decreto presidenziale n. 816 del 26 aprile 1977 e pertanto l’Italia lo ha sempre considerato come un mare interno facente parte delle acque territoriali sotto la completa giurisdizione dello Stato.
Questo bacino è caratterizzato da una morfologia complessa con una stretta piattaforma continentale e una forte pendenza, con la presenza di numerosi canali nel settore occidentale e terrazze in quella orientale, entrambe discendenti verso il sistema di canyon sottomarini NW-SE nella “Valle di Taranto”.
Proprio “LA VALLE DI TARANTO” rappresenta l’habitat ideale di diverse specie di Cetacei ed almeno quattro di queste si riproducono in questa porzione di mare.
Dottor Carmelo Fanizza
Presidente JDC
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