29 luglio 2014 – Martedi
Buongiorno. Lo dico prima perché non so se dopo ne sarò capace. Perché la parola di oggi è “disagio”. Una serata splendida a Capurso con persone meravigliose (grazie Sandro Romano), una sera splendida con altrettante persone stupende si profila questa sera (grazie Annarita Corrado). Eppure mi sento a disagio. No, non è il ginocchio o l’ipocondria ad esso associata. Nemmeno il peso di questi ultimi giorni di scuola. Il disagio è nelle parole di chi agisce nel giusto. Nelle parole di chi si erge appunto a giustiziere e, lentamente, compie una pulizia etnica, condanna un popolo a rassegnarsi alla servitù o a essere sterminato per sempre. Nel silenzio generale, di falsa indignazione. Nemmeno le parole del Papa sono sufficienti, nemmeno quelle delle Nazioni Unite. E allora sterminateli tutti, usate le vostre armi terribili e sterminatelo questo popolo fiero che non vuole abbassere la testa, privato della sua terra, delle sue leggi e della sua identità. Sterminateli e che sia una esecuzione veloce. Perché date il tempo ad altri bambini di nascere se poi dovete devastarli con le vostre bombe? Uccideteli tutti. Il civile mondo occidentale, alleato fedele della follia sionista ve ne sarà grato. In fondo non è la prima terra né l’ultima che viene “bonificata”. Ma se il giro della storia cambierà non si dica che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, che i padri dei palestinesi non hanno nessuna colpa eppure pagano un prezzo salatissimo.
P.S.
Quando in un conflitto muoiono 45 soldati da una parte e 1100 civili dall’altra non ho nessun dubbio nello scegliere da che parte stare. Da quella sbagliata, come sempre.
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