8 agosto 2014
Oggi è riservato a me, al “privato” che è la parola di oggi.
Privatus è ciò che appartiene ad una sola persona (talvolta anche ad una persona sola), ed è un diritto di ciascuno avere dei momenti “privati”.
Ricostruiscono la fiducia in se stessi, spalancano sogni forse irrealizzabili e fantasie lontane ma che rimescolano anima e corpo, ridanno a ciascuno quel pezzettino di sano egoismo che appartiene all’istinto di sopravvivenza. Riappropriamoci del nostro privato ogni tanto, sogniamo l’impossibile, pratichiamo l’incovenzionale.
Oggi il mio privato, tra l’altro prevede cucina di pesce e poi, stasera, se il fratellone Carlo lo conferma, un privato collettivo a Santa Caterina.
Buon giorno a chiunque si gode un pezzetto di “privato”, a chi come Francesco e Grazia lo hanno vissuto a Masseria Le Fabriche, a chi compie gli anni come il mio fratellino Giuseppe e a chi si permette un pensiero folle, trasgressivo, di un momento ma che fa “risentire” parti dell’anima e delcorpo che spesso si trascurano.
P.S.
Godersi il privato non significa chiudersi in esso, ad esempio sapendo che in un paese ad alto tasso di disoccupazione siamo costretti ad importare centinaia di migliaia fra esperti di informatica e telecomunicazioni, esperti di e-commerce, infermieri, pizzaioli, pasticcieri … è una cosa che mi fa incazzare di molto. Ma poi, privatamente, mentre faccio il sughetto per la calamarata decido che è meglio pensare “privatamente” a momenti più belli.
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