L’altro giorno mentre giacevo sotto un gigantesco albero di ulivo a “li Grazioli”, una pecora mi si avvicinò scrutandomi fisso negli occhi. Ad un certo punto esclamò: «Tonino, tu dormi, tu non sei più un saggio!». La bestia fuggì tronfia e sprezzante nella vicina campagna del conte D’Ayala mischiandosi al suo gregge (vedi foto). Urlai: «Fermati pecora superba! Fermati pecora, figlia di pecoroni! Voglio dirti che mi piace dormire, mi piace giacere sotto gli ulivi nonostante l’olezzo che viene dalla vicina “montagna incantata” dei rifiuti creata dagli incivili della “società civile”. Pecora che non sei altra, amo gli alberi di ulivo perché essi parlano come i vecchi saggi. Voglio dirti che non sono, né più voglio essere un dotto per le pecore: così vuole il mio destino!
Tonino Filomena
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