Sarà che sentiva il telegiornale con la lavatrice accesa, sarà che era indaffarata e un po’ distratta, sarà che il suo italiano è incerto, ma la colf mi ha riferito con un certo, giustificato allarme, che è stato introdotto l’uso delle pistole elettriche in Parlamento. Poi mi ha visto sconvolto e per rassicurarmi ha aggiunto che le pistole elettriche non uccidono ma stordiscono, hanno detto in tv, colpiscono con una scarica e una freccia che si attacca al corpo o ai vestiti ma non trafigge e non è avvelenata.
Superato l’iniziale sbigottimento, confesso che ho immaginato con piacere cosa sarebbe successo in Parlamento. Non più risse, grida e insulti, ma sobrie pistolettate per neutralizzare l’avversario. Giusto coronamento per una democrazia digitale in cui la testa del parlamentare conta meno del suo dito, che esprime il voto pigiando l’apposito bottone. Mi ha creato qualche apprensione il dubbio su chi avrà in dotazione il “taser”, se riservato alla maggioranza, se si potranno fulminare seppur temporaneamente i ministri, e sopratutto se si darà un mitra elettrico in mano alla Boldrini per sedare i tumulti e mettere a tacere le opposizioni. L’idea comunque mi elettrizzava, la consideravo un segno di serietà edi self-control della Camera.
Poi ho appreso che la pistola è stata approvata dalla Camera ma non per la Camera e sarà usata negli stadi. Peccato, qualche scossa in Parlamento avrebbe giovato, e avrebbe riscosso il pieno consenso del popolo sovrano, disposto a pagare pure la bolletta elettrica.
Marcello Veneziani www.facebook.com/notes/marcello-veneziani-pagina-autorizzata
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