Gli eventi geopolitici scaturiti dalla Prima Guerra Mondiale hanno esercitato un processo culturale e antropologico alla cui base c’è stato un confronto, ma anche uno scontro tra identità sul piano della “caratterizzazione” etnica.
La questione Dalmata, la situazione di Fiume, la posizione Trentina hanno aperto un varco sulla questione riferita propriamente al rapporto tra appartenenza e identità all’interno della visione europea. Un problema comunque che era stato posto già durante gli anni del Risorgimento e soprattutto nella frattura storica del 1861.
Durante il Risorgimento gli stati europei , soprattutto con la confluenza politica della terza guerra di d’indipendenza, hanno posto all’ attenzione un’Italia costantemente in conflitto tra aree geografiche del Nord e aree geografiche del Sud.
L’Italia nasce come identità. Una identità dentro i processi storici. Sono appunto i processi storici che danno in senso ai fenomeni antropologici di un popolo.
La Grande Guerra antropologicamente ha sviluppato dei nuovi linguaggi anche dal punto di vista semantico. Non è la “semantica” della guerra, il Futurismo addirittura aveva già sancito un previsi modello linguistico, ma piuttosto la semantica di incontri di etnie. Questioni aperte che segneranno gli anni successivi sino alla stagione moderna.
È la Prima Guerra Mondiale che diventa un antropologico processo tra la tragedia e la presenza di contaminazioni che segneranno tutto il Novecento.
Pierfranco Bruni
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