La riforma della giustizia Cartabia ha esteso la procedibilità a querela per alcuni reati al fine di ridurre i tempi dei processi penali entro il 2026. Come al solito non si è voluto ascoltare e coinvolgere in fase consultiva gli operatori di polizia giudiziaria che quotidianamente operano mettendo in pratica le norme e le disposizioni.
Dopo sole tre settimane dalla sua entrata in vigore sono arrivate profonde critiche da parte di giuristi e rappresentanti delle Forze dell’Ordine. I punti che sono stati maggiormente criticati corrispondono proprio ai quelli fondamentali della riforma.
Uno dei punti principali della riforma Cartabia è la trasformazione di alcuni reati procedibili d’ufficio che ora potranno essere perseguiti soltanto mediante querela. L’elenco che è stato indicato nella riforma Cartabia contiene anche dei reati di forte impatto. Violenza privata e sequestro di persona implicano una certa dose di sottomissione psicologica e prevaricazione, rendendo difficile per le vittime proporre denuncia. Le parti lese potrebbero infatti essere spaventate e difficili da rintracciare e in molti casi non si potrà più procedere all’arresto in flagranza.
I reati contro il patrimonio potrebbero risultare ancora più complessi da denunciare. In Sicilia alcuni boss mafiosi rischiano di non poter essere perseguiti a causa degli effetti negativi della riforma. Situazioni analoghe si stanno verificando in tutta Italia. La paura delle vittime potrebbe indurle al ritiro della querela o a non presentarla affatto. Sono stati creati meccanismi giuridico/tecnici, come le fono-videoregistrazioni dei verbali, e non è stato dato il tempo necessario alla polizia giudiziaria di formarsi e di essere dotata delle necessarie strumentazioni.
Le gravi carenze di organici nelle forze dell’ordine stanno oramai creando difficoltà nel controllo del territorio e nella prevenzione dei reati. Da anni il nostro sindacato autonomo di polizia – SAP – si batte per la certezza della pena, affinché non siano resi vani gli sforzi delle forze di polizia, ma con questi nuovi provvedimenti dettati dalla “riforma Cartabia” si rischia di trasformare il garantismo in impunità.
Pasquale Magazzino
Segretario Provinciale Sindacato Autonomo di Polizia
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