Dice bene Giuseppe Femiano nella sua recensione che “la parola saudade è quella che rende meglio” lo spirito dello scritto perché, ricordando quello spazio tra il molo e la nave, caro a Pessoa, tanto da far dire ad Alvaro de Campos (uno dei suoi tanti eteronomi): “Ah, ogni molo è una nostalgia di pietra! E quando la nave salpa dal molo e ci si avvede all’improvviso che si è aperto uno spazio tra il molo e la nave…”, è li che si inserisce il senso del dovere e dell’onore dei cinque fratelli.
La nave è ormai salpata con i cinque fratelli, Adolfo (commerciante), Mariano (matematico e intellettuale), Virgilio Italo (commerciante e possidente terriero), Luigi (segretario comunale) e Pietro (geometra ed esperto di fotografia d’arte) ma attraverso le loro vite, i cinque fratelli, in quello spazio tra il molo e la nave, in quello scorcio di saudade, hanno lasciato, a noi eredi, percorsi tracciati da nobiltà di pensieri.
Figli di Alfredo, ovvero Ermete Francesco Bruni e Giulia Gaudinieri. Due famiglie. I Bruni, proprietari terrieri e iniziatori di un commercio innovativo che si è protratto negli anni del Fascismo sino a tutto il Novecento e i Gaudinieri, una famiglia stemmata con il simbolo dell’aquila con una rosa rossa nel becco e con origini arbresh antiche, tanto da ritrovare in una platea della famiglia Gaudinieri, datata Acri 15 settembre 1851, alcune date che fanno risalire la famiglia ai primi trent’anni del 1600.
Si racconta di uomini e di donne che hanno fatto si la storia di una famiglia, ma si sottolinea soprattutto, come questa famiglia dei Bruni – Gaudinieri sia parte integrante della storia di un paese. Si pensi al capitolo “Come nasce il commercio in Calabria” in cui si racconta della Ditta Bruni (partendo dal 1878) e dei suoi maestri di commercio. Si pensi che i Bruni sono stati, intorno alla metà dell’Ottocento, i primi commercianti dei tabacchi, i primi a confrontarsi con la coltivazione della liquirizia, i primi a portare nelle Calabrie il sale raffinato dalle saline. I primi a realizzare una economia in un territorio prevalentemente economico. I primi a realizzare le originarie imprese che vennero chiamate Ditte.
Si pensi, altresì, al capitolo “Il colonnello Agostino Gaudinieri” nominato nel 1914 Sottotenente di complemento di fanteria e nel 1916 promosso a Tenente sino ad arrivare a colonnello dell’esercito ed ebbe un ruolo importante durante il passaggio dalla Marcia su Roma alle leggi fasciste, sia durante gli anni del Regime. In una ricostruzione sui decorati di guerra lo storico Cassiani lo ricorda cosi”…fra le insidie di Bosco Cappuccio, Agostino Gaudinieri, magnifica tempra di ufficiale, tre volte ferito, merita la medaglia d’argento al valore”.
Questo voler raccontare la storia di una famiglia e di un paese è legato, dunque, tanto al ricordo del passato quanto alla speranza verso il futuro perché non dobbiamo dimenticare che, pur vivendo le nostre distanza geografiche, restiamo gli eredi di una famiglia che ha segnato il tempo di quella storia che va dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri, attraversando il Sud Italia.
E questo, accorciando le distanze quotidiane, è riemerso grazie ai dialoghi costanti con Giulia Bruni Jacobini, figlia di zio Mariano, il matematico e l’intellettuale, la quale ci ha spinti, a me e a Pierfranco, ad approfondire le nostre radici lungo gli spazi e i profili di quella nobiltà che ha segnato non solo la generazione dei cinque fratelli ma anche le generazioni future dei Bruni e dei Gaudinieri. A lei va tutto il nostro grazie per essere stata punto di riferimento in questo scavo tra immagini e ricordi.
Noi eredi abbiamo un compito, raccogliere i nostri ricordi e custodirli per portarli in dono a chi non sa, a chi non conosce perché la vera nobiltà sta nel testimoniare la verità perché ciò che rende nobile un uomo è la libertà della verità.
La manifestazione è organizzata dalla Famiglia Calabrese di Bari “Luigi Jacobini” e si svolgerà alle ore 21.00 nella Sala dell’ Hotel Regina Strada provinciale Torre a Mare – Noicattaro (Bari).
Micol Bruni