domenica 24 Novembre, 2024 - 7:20:27

La storia di una piazza. La nostra piazza!

All’alba del secolo scorso Maruggio contava 2.000 abitanti (oggi ne conta circa 5.300). Le amministrazioni comunali dei primi anni del Novecento cominciarono subito a muovere i primi passi per migliorare il nostro piccolo centro urbano. Prima d’ogni cosa bisognava rendere agibile la piazza grande e percorribili le tre vie principali del paese: la strada per il Mare (oggi via Malta), la strada per il Pozzo della Marangia che conduceva a Manduria (oggi via Virgilio) e la strada Maggiore (oggi via Vittorio Emanuele). Le tre grandi arterie e la Piazza del Popolo furono pavimentate con la ghiaia e in seguito con le “chianche”. Così anche lo spiazzo della Torre dell’Orologio (oggi via Umberto I) e alcune viuzze dell’odierno centro storico, la cui antica toponomastica era ancora visibile: via Trappeti (oggi via Castromediano), via Gallo (oggi via Carlo Alberto), via Galeo (oggi via Regina Elena), via Porta Piccola (oggi via Longo), via Nubili (oggi via Chigi).

Il centro urbano del nostro bel paese, lungo la sua travagliata storia, ha subito poche ma significative modificazioni, alcune delle quali scellerate, che hanno procurato guasti irreparabili e attribuibili soprattutto allincuria, alle omissioni e alla incultura.

Sono trascorsi molti decenni da quando le diverse “rotonde” (rotatorie) venivano smontate e rimontate (vedi foto).

Tra pochi giorni la nostra Piazza del Popolo cambierà volto. Non cambierà il suo aspetto originale perché forse non ne ha mai avuto uno. Avrà di certo un nuovo volto. Spero migliore di quello di oggi e somigliante a quello di ieri.

Non mi aspetto di rivivere la mia adolescenza nella “Nuova Piazza del Popolo”, ma dopo i continui rifacimenti di essa mi aspetto di non dover più dire «In piazza non c’è anima viva!» Non mi aspetto una “Nuova Rotonda” e neanche una “Nuova Piazza del Popolo” capace di ospitare il suo popolo. Non mi aspetto che la nostra piazza si ripopoli come una volta, ridiventi ritrovo, luogo del dire e dell’ascoltare, intreccio di passione e poesia, politica e costume, arte e recita, pettegolezzo e ispirazione. Non mi aspetto che ridiventi come una volta lo spazio ampio e libero della quotidianità profonda, graffiata, sofferta e festaiola dei nostri Uomini. Non mi aspetto che dalla “Nuova Piazza del Popolo” rinasca un paese migliore e con esso la sua coscienza. Non mi aspetto la piazza come luogo di armonia, amore e ricordanza. Non mi aspetto la piazza come un libro aperto dove in e su di essa si ascoltava e si scriveva la storia. La storia del nostro paese.

Mi aspetto tuttavia (almeno questo è il mio desiderio) che un giorno non lontano riusciremo tutt’insieme ad allontanarci dalla “Piazza Virtuale” di Facebook e ricominciare a “contare” gli Amici veri della “Nuova Piazza Reale”. Perché il “Profilo” di ognuno di noi possa essere visibile, autentico, sincero. La speranza non sarà mai vana. La “Nuova Piazza del Popolo” ci attende. Sarà bello ricontrarsi. Che bella la vita nell’incontrare nella stessa piazza e nella stessa ora gli amici della nostra infanzia. Che bello incontrare tutte le sere nella stessa piazza un pezzo di autentico popolo (sincero e cordiale) che parla il linguaggio dei nostri padri: senza fronzoli, senza minchiate, senza politichese, senza Facebook. Che bello incontrarsi con la semplicità e la modestia autentica dei contadini che hanno tracciato il solco delle nostre Tradizioni, dei perdenti, degli umili, degli indifesi, degli ultimi. Grazie agli amici di sempre e a questa porzione di popolo potremo ancora sorridere e sperare nella “rinascita” della piazza. E non solo della piazza, ma anche, forse, nella nostra rinascita.

Tonino Filomena
scrittore e storico locale

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