sabato 23 Novembre, 2024 - 1:35:53

La Tonnara di Maruggio a Torre dell’Ovo

Foto: Maria Grazia Destratis

Percorrendo la litoranea salentina Taranto-Gallipoli, «camminando poi altre miglia… » – scrive G. Marciano in “Descrizione, origini e successi della Provincia d’Otranto” (1656) – «s’incontra la Torre del monte dell’Ovo, la quale Torre è situata in un capo, dove s’innalza alquanto la terra (14 mt. s.l.m.), detto il capo o monte dell’Ovo, dalla figura ovale che ha, al quale viene per dirittura ingolfando la navigazione dalla città di Gallipoli. Tra l’occidente e tramontana della Torre forma il capo di un bellissimo e capacissimo porto, sulle rive del quale si vedono alcune rovine di grandi ed antichissimi edifici (…)».

Foto: Maria Grazia Destratis

A pochi passi da questa imponente e decadente torre anti corsara (costruita nel XVI secolo, forse nel 1568-69) e lungo questo tratto costiero, pianeggiante e roccioso, potrete notare, quasi a ridosso del mare dall’ “acqua splendente, luccicante chiara e blu, infiammata dal sole del mezzodì”, un vecchio e fatiscente edificio (vedi foto). Questo “conglomerato cretoso (casupole) proiettato entro la baia della vicina torre”, un tempo è stata la base operativa per i pescatori di tonni e perfino di squali. La tradizione orale ha voluto chiamarla “la Tunnara ti Torri Ovu”. La tonnara (o “tonnarella”) di Torre dell’Ovo fu attivata nell’immediato dopoguerra (1946-48) da una ventina di pescatori del luogo. Dopo un breve periodo di chiusura fu riattivata nel 1960-61 fino al 1966. E’ possibile, infatti, rinvenire nell’archivio del comando della Capitaneria di Porto di Taranto, la documentazione relativa alle concessioni di impianto della tonnarella date a Francesco D’Andria di Porto Cesareo (Lecce) dal 1961 al 31 gennaio 1965.

Foto: Maria Grazia Destratis

I tonni pescati, dopo una accurata selezione in base al loro peso, venivano inviati nel Canale di Sicilia (ove operava una fabbrica della lavorazione del tonno) o venduti sui mercati locali. In merito alla struttura della “nostra” piccola tonnara, va detto che al suo interno «c’era “lu trajellu” (corda di sostegno), “lu picciulu” (piccola camera ove i tonni venivano ricevuti), “la porta” (ingresso della tonnara), “la cammira ti la morti” (leva) e la “cammaredda”».

Dr.ssa Maria Grazia Destratis
Direttrice Osservatorio sui Beni Culturali Provincia di Taranto
(Sindacato Libero Scrittori Italiani)

Bibliografia:
B. Antonelli-T. Filomena “Il relitto della Madonnina”, 2004.
C. Demitri “Le tradizioni marinare di Maruggio”, 1983.

Facebook Comments Box
Per restare aggiornato con le ultime news seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook e iscriviti al nostro canale YouTube.  

Per scriverci e segnalarci un evento contattaci! 

Notizie su Redazione

Redazione
La Voce di Maruggio nasce nel 2010 come supplemento de La Voce di Manduria, dal 17 luglio 2012 diventa testata giornalistica grazie ai propri investitori che credono in questo progetto. Giornale free press La Voce di Maruggio, tratta la cronaca, la politica e cultura e sport principalmente della Città di Maruggio.

Leggi anche

Ingresso Stazione Torpediniere Taranto

A Taranto 400 posti auto gratuiti per tutte le festività natalizie e l’inizio dei saldi

Da Santa Cecilia sarà possibile, grazie alla disponibilità della Marina Militare, parcheggiare l’auto gratuitamente fino …