Il profumo della “Tria”, l’ aria di festa in paese, la statua di San Giuseppe portata a spalla dai fedeli festanti e le tavolate imbandite ricordano oggi come tanti anni fa il rito emozionante della festa di San Giuseppe. Arrivavano in piazza adulti e bambini stanchi dal lavoro nei campi, la poverta’ era tangibile e la festa rappresentava oltre che la devozione al santo protettore dei lavoratori anche l’occasione per consumare un piatto piu’ ricco rispetto ad altri giorni, appunto la “tria”, una pasta fresca, fatta in casa condita con ceci o sugo di pesce. Anticamente veniva preparata dai notabili e benestanti del paese per i meno fortunati.
Oggi, Avetrana ha mantenuto la tradizione a cui partecipa attivamente tutta la cittadinanza attraverso gruppi civili e religiosi. Le scolaresche delle scuole elementari partecipano alla festa e anche i piu’ piccoli consumano il piatto tradizionale e non e’ raro vedere allontarsi alla fine della festa alcuni compaesani con il piatto della tria, pronti a donarlo ai piu’ bisognosi. Sin dalle prime ore del mattino viene aperta la cappella del santo per la sua venerazione e celebrazione della messa, per condividere tra parenti e amici momenti intensi di devozione al santo. Nel corso degli anni la festivita’ religiosa e’ divenuta una delle tradizioni piu’ interessanti del salento regalando alla cittadinanza ore liete di preghiera e festa.
Salvatore Cosma