E’ certamente una novità direi rivoluzionaria vedere candidato alla Presidenza della Regione Puglia un intellettuale del calibro di Pierfranco Bruni. Scrittore impegnato da sempre nel campo dei beni culturali. Una sfida importante. Proprio per questa novità abbiamo chiesto a Bruni di rispondere ad alcune domande.
Domanda: Perché un intellettuale con una formazione umanistica e tradizionalista, che ha guardato alle scienze sempre con molto interesse, si candida come Presidente della Regione Puglia per Fiamma Tricolore?
Risposta: “Questa è la domanda che spesso mi viene rivolta e alla quale rispondo con grande piacere. I motivi potrebbero essere tanti, ma sono stato sempre convinto che quei valori nei quali uno come me ha sempre creduto ed ha testimoniato lungo i processi culturali possono diventare espressione politica. Ovvero quei punti di riferimento di una vera destra sociale, cristiana e culturale danno la forza di leggere le società che mutano e che hanno bisogno di istanze nuove. Le società sono come gli uomini.
Non possiamo applicare gli stessi sistemi a società in transizioni. Così quegli uomini che hanno governato in un determinato contesto non possono essere gli stessi in un altro tempo”.
Domanda: Ma ormai i problemi cambiano come la mutevolezza delle società.
Risposta: “In una Regione come la Puglia dove si vive da decenni una crisi di “rinascita” abbiamo bisogno di legare sempre più la cultura al territorio, le economie a un progetto di sviluppo che sia ambientale, turistico, agricolo.
Viviamo in un tempo di emergenza e la tradizione è il valore aggiunto alle innovazioni. La presenza degli immigrati stabilizzati e legalizzati è giusto che collaborino alla rinascita della Puglia. È un segno di grande civiltà. La destra non è contro gli immigrati. Assolutamente. Non è favorevole ad una immigrazione irregolare. Anzi abbiamo avuto già questa esperienza con la Giunta Poli Bortone a Lecce istituendo un Assessorato di Mediatore di Comunità eletto o indicato dagli immigrati regolari”.
Domanda: Ma questa è una rivoluzione?
Risposta: “Questo è visione allargata sulla questione migrazione – immigrazione. La destra sociale, culturale d sviluppo è anche questa. Io, con il mio passato, guardo con molta attenzione a tali comunità regolarizzate. Ci sono identità nella destra che diventano civiltà e qualità culturale tra comparazioni etniche. Sono principi fondamentali. È necessario che la cultura diventa una definizione di culture”.
Domanda: Quindi lei crede che alla base deve esserci un sostrato culturale altrimenti non si capirebbe il senso della transizione delle società?
Risposta: “Certo. Puntare alla cultura significa anche affrontare la questione ambientale ed economica con il coinvolgimento di tutti i lavoratori. Mi riferisco alla ex Ilva di Taranto. Perché non coinvolgere direttamente i lavoratori nella gestione della Azienda stessa. La vera destra sociale e moderna si pone questi aspetti che sono parte integrante di un processo culturale forte, alto, lungimirante. Non è passato. La destra è futuro. Mi sono messo in gioco perché credo fermamente al Rinascimento di una nuova Puglia attraverso ad una speranza di prospettiva che sia consapevolezza di modernità nelle competenze”.
Domanda: “Il problema della disabilità è la questione tutta aperta…
Risposta: “Direi del diversamente abile. Molte strutture non sono adeguate. Molte spiagge, in questo momento, non sono attrezzate. Non abbiamo un monitoraggio completo del mondo dell’associazionismo e del volontariato per i diversamente abili. Occorrerebbe istituire un fondo specifico serio per le scuole per incontri sulle diversità”.
Domanda: Sulla cultura vera cosa dice?
Risposta: “Ci pavoneggiamo sul fatto di essere una Regione d’arte. Ma dove sono i reali percorsi sulle culture e sui beni culturali? Siamo tagliati fuori dagli eventi internazionali. Gli eventi sono progettualità. Sono quelli che dovrebbero legare la Puglia al mondo intero. C’è ancora una cultura istituzionale provinciale, senza slancio e senza una Idea di Bellezza fattiva sul Pianeta cultura. Facciamo cose serie che durino e non campanilismo che si sbriciola. La mia destra è sfida al tempo moderno penetrandolo con coraggio e forte senso identitario”.
Domanda: “Perché un intellettuale coerentemente di destra si candida alla guida di una Regione?
Risposta: “Perché avverte il bisogno, l’esigenza di mettersi in gioco con tutto il suo bagaglio acquisito in anni di studi, di ricerche, di attività e dobbiamo essere lavoratori dello spirito. Prima di lavorare in politica dobbiamo praticare il ‘lavoro dello spirito’. Questo è il mio percorso. Questo è il mio pensare alla politica per una vera destra. Questa è la mia, nostra, Destra che ha sempre visto in Adriana Poli Bortone un riferimento forte”.
Grazie Piefranco Bruni per questa intervista esclusiva.
Fernando Filomena