Riceviamo e pubblichiamo una nota di riflessioni sulle accuse anonime ai danni del consigliere comunale Cataldo Saracino.
Ci risiamo. Sono tornate le lettere anonime. L’Anonimo Maskarato ha colpito ancora. Questa volta è toccato a Cataldo Saracino, reo di avere evaso le tasse e di non essersi dimesso da consigliere comunale. E’ una “questione morale” ha scritto l’Anonimo. Noi diciamo che è una questione politica. Tutta politica. Legata alla vecchia e nuova politica. Alle vecchie e nuove lettere anonime. Ai vecchi e ai nuovi mittenti. Ai vecchi e ai nuovi destinatari. Alla vecchia e nuova classe politica.
Veniamo al dunque. Elezioni comunali del 2004: vince Chimienti. Dopo alcuni mesi esce dalla fogna un Homo Maskarato. Striscia lentamente come un verme sul selciato cittadino. Inonda il nostro paese di lettere anonime fino a tutto il 2005. In questo anno l’intero Palazzo municipale è preso a bersaglio: sindaco, assessori, consiglieri, impiegati e uscieri. L’Anonimo non risparmia neanche le mogli, i figli e le suocere della “casta” politica appena eletta. Non risparmia nessuno. Le sue lettere entrano in quasi tutte le abitazioni del paese nostro. Avvelena le anime di mezzo paese. Qualche coraggioso, nell’aprile 2005, è costretto a rivolgersi alla magistratura che apre il caso. La maggioranza silenziosa del paese, come di consueto, rimane in silenzio. Muta e indifferente. Le indagini dei magistrati non portano ad individuare i soliti noti (tutti sanno, nessuno sa). In mancanza di prove certe gli indiziati sono scagionati. I danni morali e materiali dei destinatari delle lettere anonime sono enormi. Dopo un anno e mezzo d’inferno l’Anonimo Maskarato si ritira nella fogna. La nostra classe politica, tra il bello e il cattivo tempo, tra una delibera e l’altra, finisce di governare il paese fino a nuove elezioni (giugno 2009).
Il “vecchio” sindaco è rieletto. Il consiglio comunale si tinge di “nuovo” e di giovanilismo: 11 su 5 sono “nuovi”. La giunta comunale è “nuova”: 4 su 6 sono “nuovi”. Tutto è nato all’insegna del nuovismo. Se ne convince persino la minoranza capeggiata da Cataldo Saracino. La nuova consiliatura inizia – infatti – con buoni propositi da una parte e dell’altra degli schieramenti. Iniziano le prove di avvicendamento e di avvicinamento al dialogo. I “nuovi” della maggioranza vogliono dialogare con i “nuovi” della minoranza, e viceversa. I “vecchi” stanno a guardare. Volano le colombe della pace nell’aula sorda e grigia “Vanni Longo”. L’anno politico e dell’esercizio finanziario 2009/2010 scorre lentamente tra un consiglio e l’altro fino a che, dopo appena un anno, il filo sottile che unisce i nuovi ai nuovi si spezza. Muoiono i nuovi sentimenti e la nuova politica dei molti consiglieri nuovi tra i pochi vecchi del vecchio regime. I rapporti, anche umani, tra i nuovi 11 consiglieri si sbriciolano. Che delusione! Dinanzi a tanto malessere ne approfitta l’Anonimo Maskarato che porta sul volto la mascherina del corvo o, se preferite, del falco o dell’ipocrita. Semina sconcerto, avvelena le colombe e i buoni sentimenti, attiva la strategia della tensione e quella della disattenzione dai problemi reali del paese. E’ la fine del nuovo. E’ la fine dei giovani che sono nati vecchi o mal nati.
In ogni caso l’Anonimo che ha inviato la lettera al collega consigliere Cataldo Saracino è un uomo politico in affari o in cerca di affari, in carriera o in cerca di carriera. E’ di ieri o di oggi. Può essere un vecchio imbecille o un giovane utile idiota. Utile al servizio degli Inutili. Vecchi o nuovi che siano la sostanza non cambia. L’Anonimo è oggi, come ieri e come domani, un essere spregevole. Un verme venuto dalla sua cattiva coscienza. Può annidarsi ovunque. Dentro o fuori il Palazzo.
Cataldo Saracino sa perfettamente che l’Anonimo è un furfante che non vuole rispondere di ciò che comunica. E’ un signor Mascalzone che dovrebbe essere eliminato. Sarebbe forse tollerato un uomo mascherato che si mettesse a tenere un discorso al popolo oppure volesse parlare dinanzi a un’assemblea? Sarebbe il caso, invece, che noi tutti, vittime degli estensori anonimi, ci recassimo in piazza o nell’ “aula sorda e grigia” a manifestare contro l’ignavia dei cittadini di “parte” e la gelida indifferenza delle istituzioni. Sarebbe proprio il caso. Sì, cari tutti.
Nota finale: va bene la solidarietà espressa alle vittime dell’Anonimo Maskarato. Noi, che siamo state vittime dei nuovi e dei vecchi carnefici, non possiamo che esprimere tutta la nostra ripugnanza verso gli Anonimi di tutti i tempi e il nostro sostegno verso le vittime di tutte le ore. Ecco perché nessuno di noi deve mollare dinanzi ai corvi e ai volti celati dalle maschere e dall’ipocrisia. Mai, caro Cataldo.
Anna Molendini e Luigi Saracino, gruppo consiliare Indipendenti per la Libertà
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