Un nuovo attacco all’Europa. Non viene colpita una Nazione o una città soltanto. Bruxelles è il centro di una grande griglia simbolica del mondo e della politica europea. Ma siamo in guerra o no? Questo è ancora l’interrogativo che si pone? Ed è realmente una guerra tra modelli di civiltà? Abbiamo chiesto delle riflessioni alle nostre domande a Pierfranco Bruni, esperto di culture del Mediterraneo e di politiche etniche sia storiche che moderne.
Domanda: Dott. Pierfranco Bruni, Lei nel corso di questi anni si è interessato e si interessa di politica culturale delle etnie e di intrecci tra Occidente ed Oriente ed ha scritto diversi articoli sulla questione islamica. Questo nuovo atroce attentato come lo legge?
Risposta: “Mi sorprende che ogni qual volta accade un terribile fatto del genere, dal 2001, la politica europea e l’opinione pubblica si sorprendono. Questo significa che dal 2001, e direi addirittura dal 1989 (dalla caduta dei Comunismi), non si è stati capaci di leggere la geopolitica e le trasformazioni che in questi anni sono accaduti. Io già nel 2001, in un Convegno, dissi che ormai siamo entrati in una guerra che non è soltanto economica, petrolifera commerciale, estensiva di interessi ma anche di civiltà. Dal mondo cattolico al laicismo non si è voluto pronunciare il termine guerra. Hanno sbagliato. Si continua a sbagliare”.
Domanda: In Italia addirittura si è paragonato questo terrore islamico alla lotta contro la mafia o alla stagione delle brigate rosse. Una infelice discussione che ha condotto a rafforzare non solo l’Isis, ma tutto il mondo islamico.
Risposta: “Già, si tratta di una dura guerra tra l’Occidente europeo e il mondo islamico. Attenzione, non si tratta di Oriente. Il cuore resta sempre il Mediterraneo. Se non si riesce a comprendere ciò siamo proprio finiti. L’Isis ha dichiarato guerra. Per conto di chi non ci interessa in questa fase. Dobbiamo capire che siamo in una guerra dichiarata e d’altronde se non fosse così che senso avrebbe avuto l’attacco in Libia. Siamo stati noi Occidentale a disarmonizzare la Libia di Gheddafi. Di cosa ci meravigliamo. Non siamo stati attaccati e non siamo attaccati. Abbiamo anche savolto azioni di guerra in un momento in cui era in corso un dialogo tra la Libia e l’Italia. Non Bisogna dimenticare ciò”-
Domanda: Si tratta ormai di una guerra globale tra l’Europa e l’Islam ed è una guerra di interessi economici e di svolte culturali. Qui il nocciolo della questione.
Risposta: “Io non faccio più distinzioni tra un Islam buono e un Islam cattivo. Hanno come principio di valore il Corano come l’Occidente cristiano ha la Bibbia. Direi di smetterla con queste discussioni religiose e dispute religiose. Non esistono in questo momento. L’Islam non è terrorismo. L’Oriente non è terrorismo. Sono state diverse volte in Tunisia e non mi è sembrato di vivere in una Nazione terroristica. C’è il terrorismo. Siamo in guerra contro l’Isis e con contro il mondo musulmano che è stata ed è una civiltà forte. Smettiamola con questa incapacità di osservare le politiche internazionali”.
Domanda: Dott. Bruni, quale potrebbe essere una soluzione in questo particolare momento?
Risposta: “Capire che siamo in guerra. Uscire dall’oblio. La questione legata all’immigrazione è un fatto serio. Ma il terrorismo non ha bisogno dell’immigrazione per colpire. Ha altri strumenti. Se partiamo dal presupposto che sconfiggeremo l’Islam abbiamo già perso. Dobbiamo sconfiggere il terrorismo e questo terrorismo si può sconfiggere soltanto con l’intelligenza di confrontarsi con gli Orienti. È una guerra tra l’Occidente e Isis. Questo è il punto”.
Domanda: Si tratta, si dice in queste ore, di un fatto educativo, bisogna educare…
Risposta: “Educare a cosa. È ridicolo parlare di educazione a cosa? Qui c’è una guerra antica tra civiltà e interessi. Non hanno avuto il coraggio di ricordare il Genocidio Armeno nel suo centenario e si parla di educazione? La Libia era un cuscinetto serio. La Turchia vuole l’Europa. La Siria punta ad un obiettivo occidentale. Il fatto reale è che l’Islam nella sua complessità ha una sua identità. E non da oggi. L’Occidente non ha più alcuna identità culturale e vive di nostalgie. In fondo gli attacchi all’Occidente è un attacco concreto alla debolezza dell’Occidente”.
Miriam Katiaka
Per scriverci e segnalarci un evento contattaci!