“Sul vino e sulla sua presunta pericolosità si sta facendo un gran parlare in questi giorni. Va bene informare l’opinione pubblica, però fare sensazionalismo danneggia tutti, sia consumatori che produttori. Soprattutto se questo sensazionalismo viene fatto da donne e uomini di scienza ai quali guardiamo con fiducia”. Così il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro sulla querelle sorta sulla bevanda più legata alla storia dell’umanità dopo l’acqua. Il vino prodotto nella nostra regione vale in tutto 395 milioni di euro l’anno. La maggior parte di questo fatturato viene dai mercati esteri. Nel 2021 le aziende pugliesi – secondo dati elaborati dal centro studi di Confragricoltura – hanno esportato in tutto il mondo per quasi 209 milioni di euro. A parte il fattore economico, il vino ha una fortissima valenza identitaria e culturale e, per molti medici e nutrizionisti, il consumo moderato fa bene.
“Siamo tutti d’accordo sulla necessità di promuovere un consumo moderato del vino e di tutte le bevande alcoliche, cosa che del resto andrebbe fatta anche con le bevande gasate e i succhi di frutta particolarmente zuccherini, ma di lì a dire come ha fatto la mia conterranea, la professoressa Antonella Viola, che l’unica quantità sicura di alcol da assumere è zero e che si tratta di un liquido potenzialmente cancerogeno e che bere un paio di bicchieri fa rimpicciolire il cervello ne passa. È tempo che la comunità scientifica si pronunci in modo univoco, perché veder spostata la battaglia tra medici e scienziati dall’argomento covid a quello del vino, fa solo del male inutile ai consumatori, ai produttori e all’Italia, Paese che alla bevanda alcolica è legata economicamente (14 miliardi l’anno di fatturato) e culturalmente”.
La Puglia con oltre 9 milioni di ettolitri (11% del valore nazionale) è la seconda regione in Italia per produzione dopo il Veneto (11.717.223 ettolitri). L’Italia è il maggior produttore di vino nel mondo: quasi un quinto del vino prodotto a livello globale viene dal nostro Paese, per l’esattezza il 18,5 per cento.
“Più in generale, siamo molto preoccupati in Confagricoltura per la deriva proibizionistica che il settore vitivinicolo sta affrontando in sede Ue. Come ha evidenziato il nostro presidente nazionale Massimiliano Giansanti, la Commissione non ha ascoltato le riserve che l’Italia e altri Stati membri hanno manifestato per opporsi alle misure introdotte dalla normativa irlandese creando un grave precedente e un potenziale ostacolo al commercio interno”.
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