venerdì 22 Novembre, 2024 - 18:18:20

Lecce capitale europea cultura 2019, e noi? Firma la petizione.

salentoMANDURIA – Si chiama “Lecce2019″ ma coinvolge Lecce, Brindisi e i rispettivi territori. Date un’occhiata al sito “lecce2019.it” e vedrete cosa succede a 10 km. da noi.

Nel 2013 le Capitali Europee della Cultura sono state Marsiglia (con la Provenza) e Kosice (in Slovacchia). Quest’anno sono Riga (Lettonia) e Uemea (Svezia). Nel 2019 sarà il turno di una città italiana: hanno passato la prima selezione Cagliari, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna, Siena. Basta leggere quest’elenco per essere moderatamente ottimisti: sarebbe giusto che fosse una città del Sud, e magari quella con un grande territorio attorno, che da anni ha dimostrato di puntare ad un futuro sostenibile. Per me, sarà Lecce, col nostro Salento.

Airan Berg, chiamato qui dopo aver coordinato con successo il progetto “Linz capitale 2009”, sta lavorando da 6 mesi ad un grande laboratorio di idee, accogliendo e valorizzando il contributo di chiunque voglia mettersi in gioco per raggiungere un traguardo importantissimo.

Il “sistema Salento” ne esce ancora una volta rafforzato.

E noi…?

Ne usciamo, e basta. Manduria e le Terre del Primitivo non rientriano nel progetto, e questo è il motivo della mia petizione: perché siamo il “Salento-Cenerentola”, quello che amministrativamente ricade in provincia di Taranto pur avendo tradizioni, lingua, cultura che poco o nulla hanno a che vedere con quel capoluogo. A noi le superstrade inutili decise dagli (ex)assessori per ragioni inconfessabili, ma non quelle utili chieste dai cittadini,  a noi gli scarichi a mare, l’eolico selvaggio, niente più ospedale ma nuove discariche, da abbandonare dopo averle riempite portando qui l’immondizia da 70 km di distanza.

Poi l’estate ci pubblicizzano come “il mare di Taranto”. E come no.

Però basta, davvero.

Se avete letto fin qui, probabilmente avete già elementi sufficienti per firmare quest’appello. Ma se volete saperne di più, vi chiedo di proseguire nella lettura, dedicando 5 minuti ad un tema importante per per il futuro della nostra terra.

La più antica e autorevole motivazione ce la dà Plinio il Vecchio nella sua Historia naturalis parlando del Fonte che lui rese celebre: “In sallentino iuxta oppidum Manduriam lacus, ad margines plenus neque exhaustis aquis minuitor neque infusis augetur”.

Salentum, nome latino traducibile in  “terra dove si fa il sale”. Del resto l’unica Salina, quella dei Monaci, sta giusto tra Avetrana e il mare: uno dei luoghi più belli d’Italia.

Salento, la meta turistica per eccellenza ormai: non si parla d’altro in Italia e nel mondo.

Poco più di un anno fa, in occasione del ridisegno delle province, migliaia di cittadini avevano espresso concretamente la voglia di voltare pagina, di stare con Lecce nel suo territorio che cresce di anno in anno. Ma poi nulla di fatto, per l’ennesimo naufragio della politica.

E adesso passa un altro treno, quello più importante e concreto: Il mondo a casa nostra, milioni di turisti “veri” per un anno intero (non 2 mesi estivi…) investimenti, infrastrutture, musei, mostre, alberghi.

Lavoro.

E infatti, sono tutti al lavoro. Anche ad un passo da noi: Oria, Porto Cesareo, per dire, ma noi no. Forse nemmeno ce ne siamo accorti, mesi fa, di quanto si decideva sulla nostra pelle: puntare su Taranto Capitale 2019 da sola: l’industria sostenibile qua, il museo là, tutto facile ma senza una visione sul futuro.

Noi, al traino… che tra l’altro saremmo –scusate, eh!- Messapia, a dispetto di quegli assurdi enormi cartelloni marroni fatti apposta per trarre in inganno i turisti, chissà perché. Anzi, lo sappiamo il perché: spesso, chi decide non ha nemmeno ideadi cosa si stia parlando.

Sarebbe bastato poco. Che Taranto e i suoi politici, per una volta, togliessero i paraocchi e appoggiassero il progetto di Lecce2019, come ha fatto Brindisi, per rafforzare quella candidatura unica, la “Terra d’Otranto” della quale tutti facciamo parte. Invece no. Taranto Capitale-del-Nulla pensa a scrivere “Magna Grecia” sui cartelloni in terra Messapica, e non ha passato le selezioni, mentre Lecce e Brindisi vanno avanti unite più che mai.

Il bello è che stavolta le Province c’entrano poco: Taranto e Brindisi sono da tempo commissariate e infatti, se guardiamo la pagina internet di “2019 -idee per Lecce e Brindisi”, la provincia di Brindisi non figura nemmeno come ente promotore.

Lecce si è candidata come città, ovvio punto di riferimento del suo territorio, Brindisi città ha deciso di sposare il progetto, appoggiando la candidatura e ricevendo pari dignità per sé e per i comuni limitrofi. Ma basta guardare la loro cartina, per vedere che qualcosa non torna: manchiamo noi.

Grazie a Dio, ormai le province sono agonizzanti. Ma i territori sono vivi! E allora, se le province non c’entrano non è giusto, anzi è altamente discriminatorio, perimetrare un’area in quel modo, per un progetto culturale di simile portata!

Chi ha deciso che il nostro territorio, salentino al 100%, doveva ricadere nel “progetto Taranto”? da quello che riportano le cronache, sono stati il sindaco di Taranto Stefàno, Vendola ed Emiliano. Non si sa a che titolo. Risultato: tutti a casa, eliminati alla preselezione.

Grazie, di cuore. Ancora una volta ci hanno ignorati.

Ma non voglio credere che anche Lecce e Brindisi possano dimenticarsi di una parte del loro stesso territorio, nel promuovere un progetto di valorizzazione e coesione territoriale attuato in nome della cultura, della solidarietà, della valorizzazione di valori comuni.

estratto dal sito “Lecce 2019″:

Il titolo di Capitale europea della cultura è dunque uno strumento che può portare ad un cambiamento nella misura in cui anche il territorio intero decide di darsi una possibilità. è un’occasione di crescita per le amministrazioni pubbliche e le comunità che devono camminare e agire di concerto per raggiungere a medio e a lungo termine l’obiettivo. Un lavoro quotidiano fatto di dialogo e di ascolto, componenti essenziali nell’attivazione di questo processo. La candidatura dunque non è altro che l’inizio di un percorso, una palestra per il futuro, un sogno, un laboratorio di esperienze in atto e in potenza, la possibilità di diventare ciò che siamo, se lo vogliamo davvero.

 (…) far emergere i talenti creativi di un territorio ad alto potenziale di innovazione, un territorio “illuminato” in cui tutti i cittadini possano realizzare le proprie aspirazioni.
 Non c’è centro e non c’è periferia in questo processo che fa delle specificità territoriali un vanto e una marcia in più per rafforzare l’identità delle comunità, perseguendo l’obiettivo di un benessere diffuso. In questo tessuto le logiche di campanile cedono il passo alla cooperazione della rete, ad un’idea di sviluppo più equa e ad una progettualità che al respiro corto di un risultato immediato preferisce di gran lunga l’attivazione di processi e visioni d’insieme.

—–????—–

In questo “laboratorio Salento”, che comprenderebbe 117 comuni ci sono persino Fasano, Ceglie e Cisternino, nonostante appartengano a realtà ben differenti. Ma almeno 2 comuni sono tagliati fuori, anzi qualcuno in più se si considerassero anche Sava, Maruggio, Torricella, Lizzano, Fragagnano, S.Marzano. Diciamo che si stanno lasciando a terra 8 comuni, su 125. Il Salento di serie B, e non è giusto. 

Io mi rivolgo perciò ai sindaci di Manduria, Dr. Roberto Massafra, di Avetrana, Dr. Mario de Marco, al presidente del Gal “Terre del Primitivo” Dr. Ernesto Soloperto. E naturalmente anche ai rappresentanti istituzionali degli altri comuni limitrofi (Sava, Torricella, Maruggio, Fragagnano, Lizzano, S. Marzano).

Taranto è rimasta fuori per la sua superbia. Ma è un’altra realtà, lontana da noi anni luce. E oggi, non a caso chiede di collaborare con Lecce o Matera, indifferentemente. Viene da pensare: a seconda di chi vincerà. Perché allora non Cagliari, in fondo sono entrambe città di mare!!!

Invece, c’è una bellissima parte del Salento, che da questo progetto è stata esclusa per colpa di scelte miopi e soprattutto non condivise. Il Sindaco di Taranto non può, non deve decidere quali sono i confini culturali del Salento: voi invece rappresentate tanti cittadini, e un territorio, quello delle “Terre del Primitivo” che solo casualmnte, in parte, ricadrà nel programma poiché comprende tre comuni in terra di Brindisi (Oria, Torre S.S, Erchie) Il caso, che crea un mostro geografico e culturale: porte sbarrate ad alcuni, aperte ad altri, per semplice distrazione!

Se la suddivisione in Province è destinata a finire, proprio da questa novità noi vogliamo incominciare, partecipando a Lecce2019, perché ci crediamo davvero. Proviamo a pensare soltanto ad una probabile grande mostra sulla civiltà Messapica, la nostra, senza Manduria:  Cavallino, Vaste, Brindisi, Oria, Ugento. Stop. La faranno, statene certi. Ma possiamo fermare il treno, e salire anche noi, perché c’è un posto vuoto.

Siamo in tempo. Facciamo vedere che ci siamo, che non vogliamo soldi, finanziamenti, favori, né saltare sul carro dei vincitori, tant’è vero che la battaglia per portare il nostro territorio ad avere pari dignità col resto del Salento è cominciata molto tempo fa. Noi abbiamo persone, idee, cultura, energie, tanti giovani desiderosi di rimboccarsi le maniche. E unpatrimonio eccezionale di arte, paesaggio, natura, che può solo arricchire l’offerta turistica di un progetto come quello della Capitale Europea della Cultura.

Senza di noi, il “Salento2019″ sarebbe mutilato. Non deve succedere.

Anche a nome di coloro che sottoscriveranno questo appello, vi chiedo di incontrare Paolo Perrone sindaco di Lecce,Mimmo Consales sindaco di Brindisi, e il ministro della Cultura Massimo Bray, salentino anche lui. Scrivete loro tramite i giornali, andate a trovarli, e dopo invitateli a visitare questa parte di Salento che reclama dignità e partecipazione attiva. Spetta a voi, per il ruolo pubblico che rivestite.

E’ a loro che dovreste rivolgervi chiedendo, e insistendo con determinazione, di accoglierci perché c’è tantissimo ancora da lavorare sia per arrivare all’ottenimento della candidatura definitiva, che nei successivi quattro anni preparatori all’evento. E’ un lavoro che vogliamo fare anche noi.

Non bisognerà essere timidi, ci dovranno ascoltare perché la nostra è una causa più che giusta, e i giochi non sono ancora chiusi. Ma bisognerà convincere qualcuno che sta già lavorando, e sta facendo bene. Dovremo convincere tutti, che il nostro contributo è importante, per tutti.

Lecce capofila, Brindisi, e le Terre del Primitivo. Così nel 2019 ci saremo tutti.

Siamo nelle vostre mani. Per favore, fateci sapere, rispondete a questo appello, con le vostre impressioni e le vostre critiche. Ma andate, non vi fermate al primo ostacolo, perché  le cose belle alla fine succedono.

Sono un semplice cittadino che ama la sua terra, il Salento che non finisce ai confini provinciali di Lecce o Brindisi. O almeno, speravo che non fosse così. Chiedo a tutti i cittadini interessati di sottoscrivere e diffondere questo messaggio sulla innovativa piattaforma change.org che nei mesi scorsi ha permesso di portare avanti e vincere battaglie importantissime.

Spero nel sostegno di tanti: diffondete in ogni modo sulla rete, cliccate a lato “condividi su facebook”. Io ringrazio davvero tutti per l’attenzione che mi è stata dedicata. Col cuore oltre l’ostacolo. Buon anno 2019 a tutti.

Nino Filotico

 www.lecce2019.it

 

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La Voce di Maruggio nasce nel 2010 come supplemento de La Voce di Manduria, dal 17 luglio 2012 diventa testata giornalistica grazie ai propri investitori che credono in questo progetto. Giornale free press La Voce di Maruggio, tratta la cronaca, la politica e cultura e sport principalmente della Città di Maruggio.

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Un commento

  1. Avatar
    Vittorio Dimitri

    Sono andato via da Maruggio da circa 32 anni ma il legame con la mia terra non si è mai spezzato, anzi….
    Seguo le vicende salentine da sempre, la nostra lingua …. i nostri profumi e da sempre ritengo storicamente Manduria la culla delle origine maruggesi. Forse si dovrebbe insegnare maggiormente la storia locale ai bambini che ancora oggi sentono parlare di Roma e Taranto senza considerare la ricchjezza culturale dei salentini.
    Sono triste perchè non vedo progetti …. solo voglia di arricchirsi (per pochi) e sfruttamento dei più deboli da parte dei più furbi.
    Insegniamo ad amare la nostra terra, le nostre pietre, il nostro mare!!!
    Sono triste perchè vorrei poter fare ma non posso.
    Spero che Lecce divenga la capitale della cultura 2019 e tutti i salentini ne siano participi nell’accogliere tutti coloro che vogliono godere delle nostre bellezze naturali.

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