L’ultimo purcidduzzu si mangia il 17 gennaio festa di Sant’Antonio abate e nel napoletano “Struffoli” sono dei pezzetti di pasta salata fritta croccanti a forma di dente o di gnocco arricciato sulla grattugia, imbevuti nel miele caldo e cosparsi di “annesini” multicolori.
L’origine di questi dolcetti è legata alla leggenda di una famiglia povera che aveva tanti bambini desiderosi di consumare un dolcetto a Natale. La mamma aveva in casa solo un po’ di farina, vino, olio e miele e così preparò della pasta salata per accontentare i figli.
Li fece a forma di gnocchetto, arricciato sulla grattugia, e a forma di denti incisivi da uomo.
Dopo averli fatti lievitare iniziò a friggerli, ma i bambini erano impazienti perché volevano mangiarli subito.
La donna per calmare i figli, che intanto piangevano e strillavano, si inventò una storiella dicendo che i dolcetti erano purtroppo ancora aperti e si dovevano chiudere “sa nna ‘cchjutiri” per poterli mangiarli a Natale.
Nonostante la loro tipicità pugliese legata al periodo Natalizio, sembra che i purcidduzzi siano stati portati dai greci già ai tempi della Magna Grecia (possiamo infatti riscontrare nella cucina greca una preparazione simile, anche se conserva un nome diverso:Lukumates che in italiano si tradurrebbe con “ghiottonerie”)
Non sappiamo se la storia è vera, conosciamo però la bontà di questi dolcetti antichi anche se ad inventarli sarebbero stati gli antichi greci.
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