Sul Mar Piccolo la situazione è in continuo progressivo peggioramento. Sono anni che sento parlare di bonifiche. Eppure le coste del Mar Piccolo versano in uno stato pietoso.
Sono mesi che non leggo più le notizie rassicuranti della Commissaria Corbelli.
Sarà un caso?
Taranto sembra condannata ad essere colon d’Italia. Tutti gli sforzi profusi dalle migliori genti tarantine stanno lentamente sprofondando nel tipico atteggiamento di rassegnazione che per decenni ci caratterizza.
Un inquietante silenzio di protesta sta ammantando la città.Sembra che ci stiamo abituando al peggio.
Sono sempre le sparute minoranze quelle che fanno resilienza.
La prof.ssa Rossella Baldacconi, biologa amante della natura, ha documentato con gli scatti fotografici che invio in allegato la situazione delle coste del Mar Piccolo, oramai ridotte a ricettacolo di ogni genere di rifiuti.
Le scene sono apocalittiche.
E fanno pensare ad un inesorabile declino culturale di genti che, come i pescatori o i miticoltori, invece dovrebbero tutelare la risorsa mare prima che smetta improvvisamente di offrire i suoi frutti generosi.
Così non si può andare avanti.
Siamo diventati parte integrante di quello che abbiamo sempre definito terzo mondo, quasi fossimo superiori ad altri.
Voglio continuare a credere nelle Istituzioni e nella loro capacità di invertire la rotta.
Ma non nutro più le stesse speranze di qualche anno fa.
Vorrei tanto sbagliarmi.
Ma questa Taranto continua ad investire in un futuro migliore.
Ma questo futuro sembra non arrivare mai.
Eppure la Corbelli ci aveva tranquillizzati.
“Sono costretta a mostrare ancora immagini che fanno male, che feriscono gli occhi e il cuore in modo indicibile… Punta Penna a cavallo tra i due seni del Mar Piccolo di Taranto è ridotta così. Tonnellate di calze di plastica utilizzate dai mitilicoltori, montagne di cassette di polistirolo, rifiuti plastici, rifiuti edili scaricati fin dentro l’acqua, secchi vuoti di vernici antifouling altamente tossiche… ” cit. R. Baldacconi
Voglio ancora poter sperare nel Cambiamento così tanto auspicato.
Ma forse non basta più.
Occorre un segnale forte da parte delle Istituzioni.
A quando?
Gianluca Lomastro – Made in Taranto
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