Caro Gesù Bambino, anticipo di un giorno la mia letterina perché domani, come sai, il postino non lavora. E anche perché il giorno della tua festa è un giorno frenetico: potrei dimenticarmi di spedirtela.
Mio caro Gesù Bambino, sei finalmente giunto… nonostante tutto. Sei arrivato più povero, più disoccupato, più esodato, più precario di prima, ma sei arrivato. Io per tutto l’anno, come negli anni passati, ho dovuto occuparmi di carte e scartoffie comunali. Non è colpa mia. Sarei dovuto andare in pensione, ma mi hanno detto che dovrò attendere almeno i 77 anni di età. Perciò sono stato un bambino poco buono o, per meglio dire, un poco di buono. Sono
stato un po’ cattivello con alcuni miei amici che ritenevo tali. Ho scritto un libro scomodo e un po’ irriverente. Ho parlato troppo e sparlato troppo poco. Sono rimasto per tutto l’anno un bambino prigioniero delle proprie idee, incollato ai valori di una volta: Onore, Dignità, Fedeltà. Per il prossimo anno, lo prometto, non mi occuperò di politica. Anzi, giuro che non andrò a votare. Mi occuperò più di me. Per iniziare bene il prossimo anno, vorrei che tu mi suggerissi ad utilizzare tutte quelle parole che devo dire nei momenti più difficili: gioia, pace, amore, armonia, amicizia. Vorrei che l’amicizia perdurasse nel tempo, reggesse ai colpi violenti della politica. Vorrei che non si frantumassero le anime per una poltrona in più. Vorrei recuperare gli amici prigionieri nei lager dei partiti. Vorrei che tu mi aiutassi a liberarli dalle catene delle “categorie politiche” (Destra, Sinistra, Centro). Vorrei che i miei amici perduti saltassero il Muro della vergogna e dei pregiudizi e gioissero, con me, come tanti folletti al lavoro e che non scomparissero con il sorgere delle imminenti elezioni politiche e delle prossime comunali.
Caro Gesù Bambino, vorrei che tu mi portassi una gomma per cancellare i momenti brutti di questo anno che volge al termine. Vorrei una gomma bella grossa, un quasi copertone, per spazzare via i brutti ricordi e conservare solo quelli lieti: la buona salute mia e della mia Anna, la ripresa, la speranza, la certezza che il domani appartiene ai giusti, ai vinti, ai generosi, ai diseredati, ai precari, ai disoccupati, ai senza-casa, ai senza-futuro, agli umili, agli oppressi, agli ultimi. Vorrei che tu mi portassi una stella che possa indicarmi la tua strada, quando è notte fonda o quando il sentiero si confonde con i rovi e la sterpaglia della vita perché non mi possa dimenticare chi sono… nel bene e nel male, essendo io un peccatore. Una stella, anche piccola piccola, che illumini il giusto percorso. Vorrei che tu mi portassi un bastone (come quello di mio padre novantenne), che sia capace di sostenermi nei momenti difficili, quando il terreno della vita diventa scosceso. Vorrei anche una corda e dei moschettoni, per potermi legare a chi mi sta dinanzi e mi conduce e anche a chi mi sta alle spalle e ha bisogno del mio aiuto. Vorrei, infine, che tu mi consegnassi una chiave capace di aprire il mio cuore, quel cuore, spesso chiuso in se stesso, talvolta infagottato nella rabbia e nell’orgoglio, ma ancora capace di saper perdonare, recuperare, amare e sorridere al nuovo anno che ci attende. All’avvenire che sta dinanzi a noi. Questo voglio e null’altro. Grazie Gesù Bambino.
Tuo Tonino Filomena
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