REGGIO EMILIA – Ormai è trascorso un mese da quando sei partito in cielo e ci hai lasciato così, senza parole, con tanti interrogativi e tanti perché. Si, perché la vita a 47 anni è ancora tutta da scrivere e da vivere a colori come eri abituato tu, tra i tuoi colleghi a cui tutti i giorni tra un computer e l’altro regalavi sorrisi e battute con il tuo accento salentino e il tuo modo di parlare veloce che spesso ti faceva sentire un ufo e molti ti chiedevano: “puoi ripetere?” La tua nobiltà e gentilezza d’animo arrivava dritta al cuore di chi ti era vicino ed arrivava prima del tuo sorriso che donavi tutti i giorni anche con le nuvole e la pioggia quasi a testimoniare che dopo ogni temporale c’è l’arcobaleno ricco di colori come quelli che in questi giorni tanti bimbi disegnano rivolgendo il loro sguardo al futuro. La domenica qui a Reggio Emilia scorrerà con dei ritmi diversi ricordando i pranzi insieme a condividere la cucina pugliese che tanto amavi.
Le vacanze tra Punta Prosciutto e San Pietro in Bevagna avranno un gusto diverso, mi mancherà quel pizzico di goliardia che portavi con te, quella leggerezza e freschezza che donavi agli altri. Avrei voluto accompagnarti nel tuo ultimo viaggio ma questo brutto virus che ti ha portato via non me lo ha permesso, la mia consolazione è che il saluto che ti rivolgo non è un addio ma un arrivederci e quando guarderò il cielo sentirò risuonare nelle mie orecchie le tue parole che mi diranno come dicevi sempre: “cumpa’ statti buenu e mantieniti forti”, buon viaggio Zio Gabry.
Salvatore Cosma