Caro Gesù Bambino, sei finalmente giunto… nonostante tutto. Sei arrivato più povero, più disoccupato, più esodato, più precario di prima, ma sei arrivato. Io per tutto l’anno, come negli anni passati, ho dovuto occuparmi di carte e scartoffie. Non è colpa mia. Sarei dovuto andare in pensione, ma… questo governo, come quelli precedenti, non me l’ha permesso. Anche questo anno sono stato un po’ “politicamente scorretto”: ho scritto qualche rigo in più facendo arrabbiare qualche politico in più. Eppure… ho coltivato più il mio silenzio che il mio sparlare. Aiutami ad essere più rispettoso, a correggere le mie “scorrettezze” politiche. Aiutami a recuperare le amicizie perdute. Vorrei tanto che i miei amici di ieri e di oggi saltassero il Muro dei pregiudizi e gioissero con me come tanti folletti in Piazza del Popolo.
Vorrei che tu mi portassi una gomma bella grossa per spazzare via i brutti ricordi e conservare solo quelli lieti: la buona salute mia e delle persone che amo, la ripresa, la speranza, la certezza che il domani apparterrà ai giusti, ai vinti, ai generosi, ai diseredati, ai precari, ai disoccupati, ai senza-casa, ai senza-futuro, agli umili, agli oppressi, agli ultimi.
Vorrei che tu mi portassi una stella che potesse indicarmi la tua strada, quando è notte fonda o quando il sentiero si confonde con i rovi e la sterpaglia della vita perché non mi possa dimenticare chi sono… nel bene e nel male, essendo io un peccatore. Una stella, anche piccola piccola, che illumini il giusto percorso.
So bene di non poterti chiedere di restituirmi il mio papà e la mia mamma, ma… permettimi di chiederti una chiave capace di aprire il mio cuore, quel cuore, spesso chiuso in se stesso, talvolta infagottato nella rabbia e nell’orgoglio ma ancora capace di saper perdonare, recuperare, amare e sorridere al nuovo anno che mi attende. Grazie Gesù Bambino.
Tonino Filomena
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