Brutto episodio, tenuto in sordina sino a ieri, è avvenuto un po’ di giorni fa, una decina circa, all’interno del liceo Artistico “V. Calò” di Manduria. E’ quanto si legge su quotidiano on-line de La Voce di Manduria.
“Durante il cambio dell’ora, verso al fine delle lezioni, una signora ha suonato al campanello del liceo situato in via Cupone, pieno centro abitato della città Messapica. Al citofono la donna ha chiesto di poter parlare con la professoressa così il bidello ha aperto la serratura a scatto permettendo all’ospite di entrare. L’incontro tra le due donne è stato violento e avvertito da tutti. La madre inferocita è entrata di corsa urlano, “non vi dovete più permettere”, o qualcosa di simile. Sempre secondo il racconto di alcuni presenti, la mamma si sarebbe scagliata contro l’altra signora, una insegnante di esperienza vicina alla pensione, sferrandole uno schiaffo in pieno volto facendole volare gli occhiali da vista che si sono rotti. Le urla hanno richiamato tutti, docenti e ragazzi che si sono affacciati sul corridoio del piccolo istituto. La confusione è stata totale con i docenti che cercava di far rientrate gli alunni nelle classi e il personale di segreteria che ha chiamato i carabinieri e l’ambulanza del 118 che ha trasportato l’insegnante picchiata all’ospedale dove è stata medicata e dimessa senza ricovero. Il seguito lo racconteranno le carte bollate degli avvocati delle due protagoniste che si sono denunciate a vicenda. Alla scuola resta il compito di sedare lo scandalo e soprattutto di preservare la minorenne che dopo qualche giorno di assenza è ritornata a scuola accolta con tutte le attenzioni del caso. L’insegnante, invece, non si è ancora ripresa ed ha chiesto altri giorni di convalescenza.”
Pareri contrastanti circa l’origine di tutto, da escludere comunque il profitto dell’alunna, più plausibile il comportamento della professoressa interpretato evidentemente come vessatorio dall’alunna che ha riferito tutto alla madre la quale non l’ha presa proprio bene. Continue lamentele, forse dovute ad una questione di incompatibilità caratteriale, forse di esuberanze della ragazza del primo anno con l’intolleranza dell’educatrice, tutto può aver portato all’esito che nessuno voleva. Il grave fatto è avvenuto due giovedì addietro.
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