Non cerco più nei miei viaggi l’attesa e neppure i raggi delle speranze.
Da quando le solitudini hanno il coraggio dei curanderos io mi pongo in ascolto e seguo il cerchio delle onde che custodiscono i pensieri.
Io sono il testimone di me stesso e conosco i distacchi. Non aspetto il buio per sognare e tanto meno cerco di scavare nel sogno.
Io sono un rito nella memoria dei popoli che mi hanno abitato. Ho tagli nel cuore e nell’anima. Maschere. Danze. Gioco con i coltelli lanciati dagli dei e il mito è simbolo nelle danze del nulla. E così seguo lo sciamano.
Lo sciamano pose la mano sul mio capo e osservò l’attraversare del vento.
La foresta e il mare erano orizzonti di deserto.
Ci possiamo perdere in una foresta? Il serpente è la metafora della danza che ha gli intrecci dei rimpianti.
Mi guardò. Negli occhi portava lontananza.
Io e lo sciamano siamo nella profondità di tutto ciò che è verità ma non realtà.
La salvezza non è mai realtà.
“Se tu porti nel cuore la pazienza il tuo cuore sarà foglia nelle pagine della vita. Se tu ascolterai il silenzio le voci che cerchi ti faranno dono degli sguardi che non hai più. Non esiste l’impossibile. Ci sono Le Realtà. La Fantasia. Il Mistero. L’Indefinibile. I Labirinti. Quando credi di esserti perduto non pensare abbastanza. Devi scommettere con il tuo Spirito. Il serpente e l’aquila saranno i tuoi tracciati. Non perderti nelle assenze ma la vita è il tuo cammino imprevedibile. Provvisorio“. Così parlò lo sciamano.
Ascoltai.
Cercai il suo sguardo. Il suo sguardo…
Ma non c’era più. Solo il vento. So distinguere quando lo sciamano parla con il vento. E so quando il vento cerca lo sciamano.
Il tempo non ha storia. Sono nelle attrazioni delle alchimie.
Io e lo sciamano seguiamo le nuvole attraversate dell’aquila.
Una donna Apache un giorno racconterà che la morte non esiste, perché si vive soltanto di assenze e le assenze non sono il vuoto.
Penetrano l’anima con la forza della consapevolezza. E l’amore ha gli infiniti proprio nel momento in cui ti senti finito.
Il viaggio ha i dubbi del sempre.
Il Grande Spirito rivolto alla luna rimase in silenzio.
Questa donna è una curandera che ha gli occhi di viaggio e le mani di sabbia. Non ha ricordi. Perché cercare nei ricordi ciò che ci manca?
“Non strappare gli amori vissuti. Chi perde un amore vuol dire che quell’amore non era degno di te. Tu resta sempre te stesso. Non cedere alle lusinghe. Gli uomini smarriti sono gli uomini che vivono di tradimenti e di infedeltà. Resta con la memoria delle tredici lune e il legame fi sangue è una virtù. Ma ora viviti con la lealtà e la dignità della tua tribù “. Ancora lo sciamano.
Io e la curanderos abbiamo visto la luna scendere sul mare e poi le stelle hanno danzato per noi.
Forse in un altro tempo ci incontreremo per raccontare tutto ciò che il cuore ora non dice. Io lo sciamano e la curandera.
Quando ti perderai affidati.
Quando ti sei affidato non cercare pensieri.
Quando non avrei più pensieri vivi in te.
La curandera si aggrappò alla lune e sorrise.
Pierfranco Bruni