L’Operazione Fantasma, condotta dalla Guardia Costiera lungo il litorale di Taranto, ha segnato un momento cruciale nella lotta contro l’inquinamento ambientale causato da un importante impianto di acquacoltura. Le indagini hanno rivelato un quadro allarmante di attività illecite, che hanno portato all’emissione di avvisi di garanzia nei confronti di cinque individui coinvolti in varie pratiche illegali, dall’inquinamento ambientale alla contraffazione di sostanze alimentari.
Durante le indagini è emerso un modus operandi disturbante: gli imputati avrebbero eluso i controlli installando una tubatura bypass per deviare le acque di scarico direttamente in mare e nel suolo anziché smaltirle correttamente tramite autocisterne, come richiesto dalla legge. Questo comportamento criminale ha causato danni significativi all’ambiente marino e costiero, mettendo a rischio non solo la biodiversità ma anche la salute pubblica.
L’inquinamento provocato da batteri, scarti di mangime e sostanze chimiche ha alterato gravemente l’ecosistema marino, come confermano i rapporti che hanno rilevato elevati valori di escherichia coli e l’inquinamento dei mitili nelle vicinanze dell’impianto.
L’Operazione Fantasma ha rappresentato un passo avanti nella protezione dell’ambiente marino di Taranto e ha sottolineato l’impegno continuo della Guardia Costiera nel contrastare l’ecocriminalità ambientale. Tuttavia, è essenziale rispettare il principio di presunzione di innocenza per gli indagati fino a una pronuncia definitiva della sentenza.
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