VENEZIA – Qualcuno l’ha proposta perfino come senatrice a vita. Lei, Lucia Massarotto, il 30 luglio dovrà lasciare la casa in cui è in affitto da venticinque anni. Quella stessa casa in Riva Sette Martiri a Venezia, dalla quale – dal 1997 – fa sventolare il tricolore tutte le volte che il popolo leghista si riunisce proprio sotto le sue finestre per la Festa dei popoli padani.
Una donna come tante, la bellunese Lucia trapiantata a Venezia: si alza tutte le mattine all’alba per andare al lavoro, un lavoro part time. Due figli di ventuno e quindici anni che condividono la sua “battaglia” in difesa del Tricolore. Ora, racconta al Corriere, che con uno stipendio di neanche mille euro non riesce a pagare l’affitto, lievitato da seicento fino a novecento euro al mese. Non sarà per caso un leghista il padrone di casa che le ha aumentato il canone mensile? E, già, perché per i leghisti il gesto che Lucia compie tutti gli anni a settembre risulta veramente sgradevole. Riuniti nella piazza sotto la sua finestra, quante volte le hanno urlato di mettere la bandiera italiana “nel cesso”, come fece Umberto Bossi in quel 1997. Quante volte l’hanno apostrofata: «Lucia, hai lasciato la carta igienica fuori dalla finestra».
Ma lei, imperterrita, ogni anno ha continuato a esporre il simbolo dell’unità nazionale, non per provocare ma per rivendicare la sua libertà di dissentire. La libertà di dire no, che non tutti la pensano come i leghisti, anche lassù nella cosiddetta Padania, in quel famoso Nord Est operoso culla delle camicie verdi. E ha continuato a dire no anche quando, insieme con gli apprezzamenti per la sua presa di posizione, sono arrivate le prime minacce e le forze dell’ordine hanno dovuto sorvegliare la sua abitazione.
Non le piace essere definita l’anti Bossi, ma non nasconde la poca simpatia che nutre per la gente che si riunisce tutti gli anni a due passi da quella che finora è stata la sua casa. E si rammarica che l’attaccamento che lei ha per la bandiera e per l’unità nazionale non sia difeso con altrettanta determinazione dai partiti che si differenziano dalla Lega e che potrebbero prendere posizioni più nette contro le dichiarazioni e i proclami del popolo leghista. E, invece, la signora Lucia avverte solo tanto silenzio e si sente sempre più sola mentre dal megafono deridono la sua bandiera e nauseata dalla scarsa coerenza di chi un tempo criticava Berlusconi e che oggi, invece, è insieme con lui. Ma forse non è poi così sola Lucia, perché nei blog tante persone hanno sposato la sua causa e su Facebook è appena nato il gruppo “Non sfrattate Lucia Massarotto”. Lei, che nel suo profilo nel social network si definisce «troppo fiduciosa ma così ottimista e positiva da crederci…», intanto ha fatto rischiesta per un alloggio popolare.
4 giugno 2010
di Rosalinda Cappello
Fonte:Fondazione Farefuturo
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Il Movimento antilega è vicina a Lucia e alla sua lotta democratica. Il suo tricolore sbattuto in faccia all’arroganza e alla prepotenza dei leghisti è il simbolo della nostra speranza. Il notro mvimento è promotore su facebook del gruppo che cercherà di dare concretezza alla volontà di far sentire la nostra vicinanza a Lucia.
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