MANDURIA – Singolare protesta di una mamma manduriana a cui il tribunale dei minori di Taranto ha tolto il figlio di tre anni per l’estremo stato di indigenza i cui vivevano. La famiglia della donna è proprietaria di un alloggio popolare ritenuto anche questo inidoneo per la buona crescita del piccolo. Dopo aver bussato a tutte le porte nella speranza di riavere il suo bambino avuto con il suo compagno di nazionalità marocchina, la mamma disperata ha fatto affiggere sui muri di Manduria un manifesto funebre che è una denuncia nei confronti di tutta la comunità. Ecco il testo: «L’amministrazione comunale, i servizi sociali, l’istituto autonomo case popolari, gli avvocati, i dottori, i parroci, tutti gli abitanti di Manduria e del vicinato, hanno strappato dalle braccia della ADORATA MADRE il suo piccolo di 3 anni, Sadd ….. VERGOGNA!».
La signora che già in passato, per decisione dello stesso tribunale, aveva perso un’altra figlia concepita sempre con l’extracomunitario con cui si è sposata, ha fatto di tutto per non perdere anche il piccolo Ismail rivolgendosi alle istituzioni, avvocati e sacerdoti senza ottenere risultati. Da qui la decisione rendere pubblico il suo dramma in questa forma così plateale che non è passata inosservata. Il compagno marocchino svolge lavori saltuari e l’unico sostentamento del piccolo nucleo familiare è quello della sorella che lavora come collaboratrice domestiche nelle scuole pubbliche della provincia di Taranto. Le due sorelle si erano rivolte all’Istituto autonomo case popolari per rendere abitabile la loro casa ma gli assistenti sociali, valutate anche le condizioni sociali dell’intero nucleo, hanno ritenuto necessario l’allontanamento del piccolo che rischia di essere affidato definitivamente ad altra famiglia.
Nazareno Dinoi su La Voce di Manduria
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