lunedì 23 Dicembre, 2024 - 7:47:18

Manduria. Dopo 5 anni assolto, dall’accusa di diffamazione, il direttore de La Voce di Manduria

Nazareno Dinoi è stato processato due volte per aver pubblicato stralci di un comunicato stampa – Querelato dal sindaco e da un dirigente comunale di Torricella

Dopo 5 anni e numerose udienze presso due tribunali, quello di Taranto e quello di Bari, il direttore della testata online La Voce di Manduria (Taranto) Nazareno Dinoi, è stato assolto dall’accusa di avere diffamato l’ex sindaco del vicino paese di Torricella Michele Schifone e un dirigente dello stesso comune pugliese. I giudici Laura Orlando di Taranto e Domenico Mascolo di Bari, lo hanno deciso “perché il fatto non sussiste” e “per non aver commesso il fatto”. L’articolo incriminato, di giugno 2017, riguardava il mancato rispetto delle quote rosa nella composizione della neonata giunta comunale di Torricella. I consiglieri di opposizione denunciarono la cosa con un comunicato stampa, i cui stralci vennero in parte riportati in un articolo firmato da Nazareno Dinoi che fu pubblicato su La Voce di Manduria e sul Quotidiano di Taranto. Il sindaco e il dirigente querelarono solo La Voce di Manduria e non l’altra testata, e anche un uomo che aveva riportato l’articolo su Facebook, ma si rivolsero a due diversi tribunali. Il sindaco denunciò alla Procura della Repubblica di Taranto, il dirigente a quella di Bari. Il giornalista è stato difeso dagli avvocati Lorenzo Bullo e Cosimo Micera, che lo hanno patrocinato in entrambi i procedimenti.

LE SENTENZE – Le due sentenze non sono andate di pari passo, e a oggi sono uscite solo le motivazioni di quella emessa il 24 febbraio 2023 dalla giudice Laura Orlando del Tribunale di Taranto, a cui si era rivolto l’ex sindaco Michele Schifone. La sentenza di Bari è del 12 ottobre, e bisognerà attendere le motivazioni. La giudice di Taranto ha osservato che le espressioni ritenute diffamanti dal sindaco e dal dirigente nell’articolo incriminato erano state virgolettate (“spy story”, “confessione”, “artifizi e raggiri messi in atto dal primo cittadino”, “emissario del sindaco”, “rinunce estorte”), a riprova della loro provenienza dalla lettera-denuncia che i consiglieri comunali dell’opposizione avevano inviato allo stesso sindaco, al ministero dell’Interno, al Prefetto di Taranto e alle Consigliere di parità della regione Puglia e della provincia di Taranto. «Nazareno Dinoi – afferma la giudice – non ha impiegato nella redazione del suo articolo termini offensivi o gratuitamente denigratori, al contrario ha descritto con toni in alcuni casi aspri ma mai volgari o tracotanti gli accadimenti che avevano riguardato la giunta comunale di Torricella a far data dal 2016. Deve sottolinearsi che il criterio della continenza nel caso dell’esercizio del legittimo diritto di cronaca — specie se politica — deve essere valutato in maniera più ampia ed elastica rispetto ad altre fattispecie».

IL COMMENTO – “Non mi era ancora capitato di dovermi difendere in due tribunali per lo stesso articolo, pubblicato sul Quotidiano di Puglia (per cui collaboro con contratto) e ripreso pari pari dal mio giornale online La Voce di Manduria. Il Quotidiano di Puglia non è stato nemmeno citato in giudizio, ce l’avevano proprio con me. Un solo articolo, due politici “offesi”, quindi due processi in altrettanti tribunali distanti tra loro 120 chilometri. Avranno pensato: almeno uno lo dovrà colpire, il giornalista cattivo! E invece no, anche questa volta il giornalista scomodo ha vinto. Ho subito tante querele, 38 sinora, nessuna condanna tranne una in sede civile (ho pagato 3.000 euro, la persona offesa ne chiedeva 30.000), intentata da un prefetto incaricato dal Ministero dell’Interno per amministrare il comune di Manduria sciolto per infiltrazioni mafiose”.

OSSIGENO per l’informazione è vicino a Nazareno Dinoi, che in passato ha supportato con un bonus per aiutarlo a sostenere le spese legali, e aggiunge questo episodio alla lunga lista degli amministratori locali che rispondono alle critiche della stampa non con i chiarimenti (anche i giornalisti possono sbagliare) ma direttamente con le querele. Male che vada, l’incauto giornalista, pure se assolto, avrà passato il suo brutto quarto d’ora. Quarti d’ora che sulla graticola giudiziaria diventano lunghi anni, con tante spese per difendersi e tanta ansia che mina la serenità personale e familiare.

IN PUGLIA da gennaio al 30 settembre 2023 Ossigeno ha segnalato minacce e intimidazioni nei confronti di 4 giornalisti e operatori dell’informazione. Dal 2012 ne ha segnalati 284. Il contatore dei giornalisti minacciati in Italia, avviato da Ossigeno nel 2006, il 30 settembre 2023 ha raggiunto quota 6912. I nomi sono nella Tabella dei minacciati consultabile online.

Fonte: Ossigeno

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