venerdì 27 Dicembre, 2024 - 14:46:00

Manduria omicidio Bahtijari – “Stranieri ” indagato per minacce. A Maruggio ritrovata l’auto della vittima

MANDURIA – Il suo nome è pressoché costante in tutte le inchieste che hanno interessato Manduria dai primi anni ’80 ad oggi. Vincenzo Stranieri, oggi 63 anni, alias «Stellina» per la stella a cinque punte tatuata sulla fonte, se non come indagato, appare nelle carte come identificativo di un gruppo criminale che di volta in volta sembra rinascere. Anche nel periodo del suo lunghissimo e duro isolamento del 41 bis che lo ha tenuto lontano dal mondo per trent’anni e dove ha contratto delle malattie che non si sanano, il nome, «Stellina», spuntava ostinatamente nelle inchieste dell’antimafia leccese. Che questa volta e dopo tantissimi anni, torna ad indagarlo in merito ad un brutto fatto di sangue in cui è indiziato il nipote che porta il suo nome, Vincenzo Antonio D’Amicis. Con lui la notte tra il 22 e 23 febbraio scorso, raccontano le carte della Procura della Repubblica di Lecce, «Stellina» sarebbe andato a rubare la macchina del giovane Rom, Natale Naser Bahtijari e a minacciare «con metodo mafioso» le due ragazze che erano a bordo ed erano in attesa che tornasse il loro amico che non tornerà più.

Nell’informazione di garanzia che lo indica come indiziato del reato di rapina e minaccia con metodo mafioso, non è dato sapere se fosse al corrente di quanto era accaduto prima. Né per quale scopo lui e il nipote avrebbero rubato la Fiat 500 del Rom per poi lasciarla abbandonata e intatta nel vicino comune di Maruggio.

La versione degli inquirenti, su come si sarebbero svolti i fatti limitatamente alla rapina dell’auto, racconta di atteggiamenti violenti nei confronti delle due donne (una delle quali è la fidanzata del fratello della vittima che nella stessa inchiesta è indagato a piede libero per reati di droga).

La scena si sarebbe svolta nella centralissima Piazza Vittorio Emanuele dove Naser Bahtijari aveva parcheggiato per incontrarsi con i tre indagati. Temporalmente siamo a quando il delitto è stato già compiuto e i due ventiduenni indagati, Simone Dinoi e Domenico Palma D’Oria, si stanno procurando la benzina con la quale avrebbero dovuto bruciare i corpo della vittima che non troveranno.

Nonno e nipote si sarebbero avvicinati alla macchina e con violenza avrebbero aperto le portiere intimando alle donne di scendere. Il più anziano, per vincere la resistenza di chi occupava la macchina ed evidentemente non aveva intenzione di accettare l’invito, avrebbe pronunciato questa frase «scendete dalla macchina o vi sparo in testa». Avrebbe poi strattonato e afferrato per i capelli una delle due donne che si attardava a raccogliere oggetti e effetti personali che i due aggressori non le avrebbero dato il tempo di prendere.

Ottenuto ciò che volevano, i due manduriani, il nipote alla guida e il nonno nel posto passeggeri, si sarebbero allontanati lasciando le due donne stupite sul marciapiede. La Fiat 500 avrebbe poi preso una direzione praticamente opposta a quella dove in quel momento gli altri due presunti complici stavano cercando il corpo da bruciare. La misteriosa destinazione di quello viaggio è Maruggio dove tre giorni dopo la macchina viene trovata dai carabinieri che la consegnano alla polizia, titolare dell’inchiesta.

Per la cronaca, Vincenzo Stranieri ha lasciato il carcere a gennaio del 2022 dopo aver trascorso 38 anni consecutivi in carcere di cui 30 in regime di carcere duro. In tanti anni di isolamento, il boss di Manduria che è stato il numero due della sacra corona unita del mesagnese Pino Rogoli, non ha mai avuto condanne per omicidio neanche come mandante. Il reato più pesante per il quale è stato condannato definitivamente, costatogli il carcere per 38 anni, è stato quello del concorso nel sequestro della manduriana Annamaria Fusco, figlia dell’imprenditore del vino, Antonio Fusco.

Nazareno Dinoi su  La Voce di Manduria

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