MANDURIA – “Un’esperienza straordinaria, un’ulteriore conferma di come l’Africa ti sappia accogliere, ascoltare, apprezzare, meravigliare e stordire”. Si conclude con queste parole un altro tour all’estero del mandolinista manduriano Roberto Bascià, che questa volta ha portato il suo mandolino a Lusaka, popolosa capitale dello Zambia, Africa del Sud. Accompagnato alla chitarra dal M° Vito Mannarini il prof. Bascià, docente del “Giovanni XXIII” di Sava, ha tenuto un concerto nella serata di sabato 16 novembre scorso, in occasione della Settimana di Promozione della lingua italiana nel mondo che l’Ambasciata d’Italia ha deciso di celebrare proprio con il concerto per mandolino e chitarra dei due musicisti pugliesi.
“Per il quarto anno consecutivo – spiega Bascià – abbiamo l’onore di rappresentare l’Italia all’estero nell’ambito di un prestigiosissimo evento come questo”. Il repertorio presentato è stato formulato proprio in base alle specifiche richieste dell’Ambasciata, che ha giustamente privilegiato brani di tradizione italiana affidati alle corde del mandolino e della chitarra. “L’attenzione e l’accoglienza del pubblico africano colpisce ed emoziona sempre – riferisce il prof. Bascià – nella sua educazione all’ascolto e nella presenza rispettosa e partecipe”. Il concerto di Lusaka ha confermato tutto questo da parte di un uditorio formato prevalentemente da pubblico locale che per la prima volta ascoltava dal vivo un mandolino e che tra l’altro ha dimostrato anche di gradire gli aneddoti legati ad ogni brano, presentati per questo in inglese dal Duo. “Il concerto – spiega Bascià – è stato organizzato dall’Ambasciata Italiana a Lusaka che molto cortesemente la sera dell’arrivo ha organizzato un ricevimento in nostro onore, aprendo così ufficialmente le celebrazioni per la Settimana della Lingua Italiana”.
Ma nuovi appuntamenti attendono il mandolino e la chitarra dei due musicisti che, lo ricordiamo, sono parte integrante dell’Hathor Plectrum Quartet (“non a caso – specificano – ci siamo presentati come Hathor Plectrum Duo”). “Ora – dicono – ritorniamo volentieri in quartetto con Antonio Schiavone e Fulvio D’Abramo. In questi giorni stiamo curando l’editing di due lavori discografici. Il primo, dal titolo “In the Christmas of mandolin” uscirà a breve ed é il primo lavoro discografico del genere: le più belle melodie del natale interpretate dal quartetto classico a plettro (due mandolini, mandòla e chitarra), con la partecipazione straordinaria del M° Daniela Schirinzi al violoncello; lavoro che ha già trovato il favore di alcune amministrazioni comunali che hanno di buon grado deciso di inserire il concerto nei propri cartelloni natalizi. Inoltre, ad arricchire questo lavoro(registrato in presa diretta presso il Convento di Santa Maria della Croce di Francavilla Fontana, grazie a padre Salvatore Palmisano), saranno i disegni di copertina, frutto di un concorso lanciato tra gli alunni delle scuole secondarie di 1° e 2° grado e vinto da Emanuela Cavalera, dell’Istituto “Falcone” di Copertino (Le)”.
Il secondo cd, invece, la cui uscita è prevista per l’anno prossimo, sancisce la collaborazione dell’HPQ con 2 artisti unici nel loro genere, per qualità e curriculum: il tenore Aldo Gallone nei classici napoletani (e non solo) e il cantastorie Gianni Vico, nell’interpretazione, per la prima volta, di un brano di De Andrè affidata ad una voce “popolare” e un quartetto a plettro. Inoltre, il cd conterrà anche una chicca di non poco conto: la partecipazione dell’Orchestra Sinfonica Municipale della Città del Guatemala diretta dal M° Vicente Luna, nell’interpretazione di una colonna sonora di un autore italiano che l’HPQ ha eseguito e registrato l’anno scorso in prima mondiale nel suo tour in America Centrale (alcune anticipazioni già sul sito del gruppo:www.hpqitalia.wix.com/hpqitalia)
Per il 2014 non mancheranno comunque altre (numerose) date all’estero e la partecipazione ad importantissime rassegne di musica classica in Italia, per un gruppo unico nel suo genere, che sta dimostrando, anche fuori dai confini nazionali, come uno strumento fin troppe volte relegato con pizza e spaghetti all’idea folcloristica di Italia abbia una propria storia e dignità musicale, tutta da raccontare, tutta da ascoltare.
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