domenica 24 Novembre, 2024 - 21:52:31

Marina Militare: i palombari del Comsubin intervengono d’urgenza nelle acque di San Cataldo (Le) per neutralizzare 51 ordigni esplosivi

Gli ordigni esplosivi, risalenti alla seconda guerra mondiale, sono stati rinvenuti da un cittadino lungo il bagnasciuga

Dal 13 al 22 marzo 2019 i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso il Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Taranto, hanno condotto una delicata operazione, durante la quale sono stati neutralizzati 51 ordigni esplosivi e 54 munizioni rinvenuti lungo il bagnasciuga di San Cataldo (LE).

L’intervento d’urgenza del Nucleo SDAI è stato richiesto dalla Prefettura di Lecce, a seguito del rinvenimento, in pochi centimetri d’acqua, di alcuni manufatti ricoperti da incrostazioni marine la cui forma ricordava quella di una bomba a mano.

Le operazioni di bonifica, iniziate con una ricerca subacquea ad ampio spettro nell’area segnalata, hanno permesso di identificare e rimuovere 32 bombe a mano, 6 bombe da fucile, 3 spolette, 10 proiettili di piccolo calibro e 54 munizioni per armi di reparto, tutti risalenti all’ultimo conflitto.

Gli ordigni individuati sono stati trasportati in un area di sicurezza, individuata dalla locale Autorità Marittima, dove mediante le consolidate procedure tese a preservare l’ecosistema marino sono stati distrutti.

Al termine dell’operazione, il comandante del Nucleo SDAI di Taranto, Capitano di Corvetta Mirko Leonzio, ha dichiarato: “Sulla base della richiesta della Prefettura siamo intervenuti a San Cataldo per verificare quanto segnalato da un cittadino circa la presenza di alcuni oggetti riconducibili a residuati bellici. Grazie a questa tempestiva segnalazione abbiamo avuto la possibilità di rimuovere un totale di 105 manufatti esplosivi che da oltre 70 anni giacevano nel bagnasciuga del litorale di San Cataldo. Voglio ricordare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti simili, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, ma ne va denunciato immediatamente il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, così da consentire l’intervento dei Palombari di Comsubin al fine di rispristinare le condizioni di sicurezza del nostro mare”.

APPROFONDIMENTI:

Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione a favore della collettività.

Chiunque dovesse imbattersi in oggetti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, non deve in alcun modo toccarli o manometterli, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alle autorità di polizia competenti.

Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato oltre 44.000 ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1° gennaio 2019 sono già 2.855 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 8.681 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm.

Con una storia di 170 anni alle spalle, i Palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.

Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formati esclusivamente dal Gruppo Scuole di COMSUBIN che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.

 

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