Riceviamo e volentieri pubblichiamo la cronaca di una giornata particolare.
E’ domenica 21 ottobre. Sono le ore 5.30. Maruggio è ancora avvolto nel buio della notte. Il pullman che ci condurrà in Calabria è fermo in Piazza del Popolo. L’autista è in attesa dei 54 passeggeri (donne, uomini, bambini, anziani) che sono ansiosi di partire per Marano Marchesato (Cosenza). Perché fare così tanti chilometri solo per “assistere” ad un concerto del nostro Gruppo Folk? Innanzitutto per la grande e sincera amicizia che ci lega ai “ragazzi” del gruppo musicale “Aria di Casa Nostra”. E poi perché ci piace pensare che faccia faranno i maranesi allorquando, ai piedi delle montagne calabresi, i Nostri canteranno Maruggiu c’è bellu paisi.
L’occasione c’è stata data per la terza edizione della Sagra della Castagna. Gli organizzatori della sagra, infatti, hanno invitato il nostro gruppo folk ad esibirsi nella piazza della Madonna del Carmine. La madonna protettrice dei Briganti è immersa nel grande verde degli alti e rigogliosi alberi di castagne.
Dopo un fugace pranzo all’aperto, a base di pasta con funghi e soppressata calabrese con pane casereccio, alle 16.00 inizia il concerto che ci ha portati fin qui ad una altezza di 550 metri. Non è facile per noi maruggesi passare da 25 a 550 metri s.l.m.. L’organizzatore dell’evento, Lazzaro Chiappetta, ci tiene a specificare che non si tratta di una competizione o di una mera rassegna di gruppi ma di una vera e propria festa tra amici musicisti e non. Il giovane Lazzaro osanna il nostro gruppo, ringraziando i numerosi maruggesi che hanno voluto accompagnare in tournée i loro beniamini. Il popolo calabrese che assiste al concerto, esulta fino all’inverosimile quando la nostra Livia Marsella balla al suono della taranta. Sui volti dei nostri “artisti di strada” si legge la soddisfazione di essere riusciti nella “missione”. Sui volti di noi maruggesi in Terra amica (e non straniera), si legge l’orgoglio dell’appartenenza. Si respira “Aria di Casa Nostra” nella Terra dei nostri amici Briganti, al suono di tamburi e tamburiate, tra ritmi e colori mediterranei, avvolti nel fumo delle caldarroste che sale acre e forte fino a raggiungere le vette più alte delle montagne calabresi. E’ un coinvolgimento totale, senza pause, dove la protagonista principale è sempre lei, la musica, linguaggio universale e fonte di aggregazione.
Grazie “ragazzi” per averci regalato una giornata particolare. Grazie Vittorio, Gino, Mimmo, Pietro, Salvatore, Antonio, Livia, Alfonsina, Chiara, Carla, Emanuela, Tonino, Giuseppe.
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