È iniziato tutto un giorno di fine febbraio, con una proposta simile a molte di quelle che si sono viste in giro, a sostegno della popolazione ucraina: parte così la nostra raccolta di beni di genere alimentare o materiale sanitario da mandare nei campi profughi dell’Ucraina.
Non essendo degli sprovveduti, abbiamo fatto le nostre valutazioni e ricerche e ci siamo chiesti: le donazioni arriveranno? I canali sono affidabili? È giusto aiutarli in questo modo?
Non avevamo modo di pensare il contrario, nonostante ci abbiano sconsigliato di procedere con l’invio del materiale raccolto, noi siamo andati avanti.
Ad oggi noi di FRATRES Maruggio possiamo dirci fieri di aver dato retta all’istinto, perché abbiamo fatto arrivare tonnellate di cibo e materiale sanitario in ben due centri di smistamento diversi: sul confine romeno – ucraino (grazie ad una collaborazione con Colors for Peace) e su quello polacco – ucraino, direttamente dalla Presidente e dalla Capogruppo dell’associazione, Giovanna ed Emily.
Toccare con mano quelle realtà è devastante. L’unico potere che si ha in certe situazioni è quello di fare ciò che abbiamo fatto noi.
Vedere gli sfollati in fila per accaparrarsi qualcosa delle donazioni arrivate per tornare poi in tenda; le volontarie e i soccorritori del posto che utilizzano ciò che arriva per preparare pasti caldi o per adibire un capannone a “Primo Soccorso”; in quel momento svaniscono la stanchezza data dalle ore di viaggio e tutte le critiche al progetto. È in quel momento che pensi solo “ne è valsa la pena!”.
Non ci sono parole per descrivere la gratitudine che proviamo nei confronti di tutti coloro che hanno partecipato alla nostra raccolta.
Alessandra Lombardi
FRATRES – donatori di sangue Maruggio
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