MANDURIA -Si chiama Catalin Costel Neascu il cittadino rumeno di 25 anni fermato ieri dalla polizia di Manduria perchè indiziato del ferimento, avvenuto il 21 febbraio scorso, di Salvatore Lochi, manduriano di 58 anni, che versa ancor oggi in gravi condizioni nel reparto rianimazione dell’Ospedale di Potenza per aver ricevuto cinque pugnalate al pezzo dal rumeno.
Nella serata di domenica scorsa, Neacsu si sarebbe presentato a casa della vittima e dopo un diverbio, probabilmente perché pretendeva una maggiore somma di denaro, armatosi di un grosso coltello da cucina ed in preda ad un raptus di follia avrebbe sferrato le coltellate colpendo la sua vittima più volte al torace e lasciandola poi sull’uscio di casa in fin di vita. Dalle indagini partite subito dopo il grave ferimento, si individuava immediatamente nel cittadino rumeno il possibile autore dell’evento criminoso. Pare, infatti, che tra la vittima e la famiglia di Neascsu da tempo intercorrevano rapporti d’amicizia e che saltuariamente Lochi regalava loro piccole somme di denaro visto anche il precario stato economico in cui versava la famiglia rumena la quale, tra l’altro, doveva provvedere al sostentamento anche di due figli in tenera età.
Ieri sera gli investigatori del commissariato di Manduria diretti dal vicequestore Giuseppe Annicchiarico, lo hanno nuovamente interrogato mettendolo alle corde. Il rumeno alla fine avrebbe confessato di fronte alle contestazioni schiaccianti circa le sua responsabilità. Il movente sarebbero i soldi che il rumeno, sposato e padre di due figlie piccolissime, avrebbe tentato di estorcere a Lochi. Soldi che gli sarebbero serviti per un viaggio in Romania, si parla di circa mille euro, che la sua vittima, vessata da tempo, si sarebbe rifiutata di consegnargli. Da lì la furia sulla porta di casa.
Determinante per la sua individuazione, oltre all’ottimo lavoro investigativo degli agenti di polizia, alcune intercettazioni telefoniche e il tabulato del traffico telefonico del suo telefonino. Già molte contraddizioni erano emerse la sera stessa dell’aggressione quando il rumeno fu fermato per tutta la notte in commissariato. A indirizzare su du lui i sospetti era stata la stessa vittima che prima di perdere i sensi in ospedale aveva detto ad un poliziotto presente che ad accoltellato era stato “un rumeno che abita a Maruggio”.
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