L’opinione de’ La Voce di Maruggio: «Proviamo ad abbattere il muro dell’odio».
Non sono pochi i problemi nella Maruggio odierna. Ma c’ è un problema che più di tutti va risolto: il clima del dibattito pubblico. Il cielo del nostro bel paesello, ancora una volta, è diventato scuro. Il dibattito politico si è di nuovo invelenito. Ci troviamo dinanzi al «vicolo cieco dell’ antagonismo». Sia ben chiaro, chi scrive non ha timore dei confronti accesi, né paura delle forti discussioni. Possiamo tranquillamente affermare che più delle volte i buoni propositi sono nati dai robusti confronti. Ma in queste ore stiamo assistendo non al ritorno delle sane intenzioni, ma allo scontro quasi fisico tra le istituzioni locali. Il problema dei problemi è quello dei soggetti politici che non dialogano. E lo scontro si riversa inevitabilmente nella rete mediatica dove il tutto è macinato e trasformato in insulti, provocazioni, esibizioni muscolari, diffide e denunce. In essa si producono effetti gravi con gravi sofferenze per una parte e per l’altra.
Il bipolarismo nacque, anche qui in Maruggio, per dialogare tra le parti e, quindi, per poter finalmente governare sotto il controllo dell’ opposizione. La realtà odierna è lontana da questo. Questo nostro paese sembra destinato a rimanere politicamente nano e culturalmente arretrato. Sarà colpa di un bipolarismo imperfetto, deforme, mal nato o mai nato? Sarà colpa di un bipolarismo dell’odio da cui non si riesce ad uscire? L’eterno antagonismo si trasforma in odio verso la persona. Agisce il disprezzo sulla stima, l’irrazionalità sulla ragione, il politichese sulla politica, il culturame sulla cultura. Chi governa rischia di essere odiato, disprezzato, disistimato, culturalmente arretrato. Chi fa opposizione rischia altrettanto tanto. E il tutto a scapito della nostra Maruggio. A chi fa politica viene voglia di lasciare. A chi fa cultura viene voglia di isolarsi. Che fare, allora? Occorre ragionare, discutere, riflettere. E’ la sola strada maestra per ridare speranza a noi stessi e ai tanti maruggesi che ci osservano. Il bipolarismo dell’odio non piace e non ci piace. Esso si lega fatalmente all’ antagonismo, e da qui rende fragili i legami della vita sociale. Ciò può nuocere alla nostra comunità. Auspicare e diffondere la pace sociale non è esclusiva dei preti. Proviamo ancora una volta ad avviare una vera ricerca delle possibili vie per raggiungere la “ragione comune” per il «bene comune» per l’«interesse comune». Occorre – come sostiene il presidente Napolitano – costruire una politica alleata della cultura. Einaudi scriveva: «L’idea nuova non si difende e non si fa trionfare nei Parlamenti [locali]. Essa nasce nei libri, nelle riviste, si propaga nei giornali, dà origine ad associazioni…». Nostro compito è quello di provare ad abbattere il muro dell’odio con la difesa del «saper convivere».
Fernando Filomena
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