BARI: CADE NELLA RETE DEL DISPOSITIVO DI VIGILANZA DELLE FIAMME GIALLE UN POTENTE GOMMONE CON OLTRE UNA TONNELLATA E MEZZA DI MARIJUANA.
L’operazione è scattata non appena le Autorità di Polizia Albanesi, per il tramite del Nucleo di Frontiera Marittima della Guardia di Finanza di stanza a Durazzo, segnalavano la presenza di un target sospetto che dirigeva verso le coste italiane.
L’intervento è stato condotto qualche giorno fa dalle vedette velocissime del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari, chiamato a contrastare i traffici illeciti via mare diretti in Puglia e dalle le unità del Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Taranto, specializzato in operazioni a largo raggio nonché Centro di coordinamento locale per l’operazione “Triton” dell’Agenzia Europea Frontex.
I mezzi navali del Corpo si posizionavano, lungo le rotte marittime note del traffico di droga dall’Albania, alla ricerca dell’imbarcazione sospetta e riuscivano a localizzare al largo di Mola di Bari, nella prima serata, un potente gommone oceanico carico di involucri di sostanza stupefacente che navigava a forte velocità verso le coste baresi.
Le vedette delle Fiamme Gialle, intercettato il bersaglio, dopo un inseguimento a forte velocità, bloccavano la corsa del mezzo fuggitivo e lo abbordavano.
A bordo del gommone, lungo circa 10 metri, con due motori fuoribordo da 350 cavalli ciascuno, vi erano 3 scafisti albanesi, e oltre una tonnellata e mezza di marijuana, confezionata in 78 colli di varie dimensioni.
Il natante, condotto presso gli ormeggi della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Bari, e la sostanza stupefacente, venivano sequestrati mentre i tre albanesi, di 34, 26 e 42 anni d’età, arrestati.
Nel corso dell’operazione veniva rinvenuta, nella pronta disponibilità degli scafisti, un revolver “Smith & Wesson” con 5 proiettili.
La droga sequestrata, sottratta al consumo nazionale, avrebbe fruttato all’organizzazione criminale, al dettaglio, oltre 15 milioni di euro.
Sono oltre 10 le tonnellate di marijuana sequestrate in mare dalla Guardia di Finanza in Puglia, nel 2016.
Sono tuttora in corso specifici ed articolati approfondimenti investigativi per risalire al sodalizio criminale responsabile del traffico illecito.
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