BARI – Quando è ormai passata l’alba, i dati pugliesi sono ancora parziali, ma quelli raccolti in oltre un terzo delle sezioni scrutinate confermano le prime proiezioni con la vittoria netta di Michele Emiliano (Pd) candidato del centrosinistra, che ha vinto le elezioni con oltre il 47% delle preferenze staccando di oltre 25 punti il migliore dei suoi avversari.
Ancora incerto il secondo posto per un testa a testa tra la pentastellata Antonella Laricchia e il fittiano Francesco Schittulli che ballano attorno al 18% (con la giovane pentastellata stabilmente in testa) con pochi decimi percentuali di distanza. Il M5S, comunque, con il 16% dei voti, sarà il secondo partito in Consiglio regionale, dopo il Pd (19%), ed Emiliano (che comunque avrà ampia maggioranza per governare) ha già aperto al dialogo offrendo alla Laricchia (che ha rifiutato) l’assessorato all’Ambiente.
Mai così altra l’astensione: un pugliese su due non è andato a votare. Nelle elezioni regionali del 2010 l’affluenza fu del 63,2%. Se la vittoria di Emiliano era ampliamente annunciata, e il successo del M5S sorprendente anche se non del tutto inatteso, le urne sanciscono la penalizzazione del centrodestra spaccato in due per il conflitto tra Berlusconi e Fitto. Le liste che sostengono il candidato di Fi, Adriana Poli Bortone, arrivano attorno al 14%, mentre quelle a sostegno di Schittulli raccolgono oltre il 18%. Guardando nel dettaglio, le liste principali dei due schieramenti sono però sostanzialmente pari: quella dei dissidenti forzisti di ‘Oltre con Fitto’ sono poco al di sotto del 10%, mentre la lista di Fi poco al di sopra. Anche insieme, però le due anime del centrodestra lacerato sarebbero rimaste molto lontane dalle percentuali di Emiliano. Restano fuori dal Consiglio perchè molto al di sotto della soglia di sbarramento dell’8% gli altri candidati presidente: Michele Rizzi (Alternativa comunista), Riccardo Rossi (L’altra Puglia) e Gregorio Mariggiò dei Verdi. (ANSA)
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