lunedì 25 Novembre, 2024 - 7:48:49

Nachiri si nasce, non si diventa

L’olio prodotto, per la sua ricchezza non solo organolettica, è stato sempre paragonato al “nobile metallo”. «L’olio è l’oro dei poveri» diceva mio padre. Almeno fino a quando il prezzo di mercato non ha più retto sotto i duri colpi della «globalizzazione» e della cosiddetta «comunità economica europea». Perciò sapeva “riconoscerlo” e sapientemente sapeva produrlo. Poi sentenziava: «Nachiri si nasce, non si diventa.»

Chi erano i frantoiani o i nachiri? Partiamo dai sacri luoghi dove “vivevano” i nostri frantoiani. I luoghi dove venivano trasformate le olive in olio si chiamavano frantoi, volgarmente detti trappìti. Il frantoio era un luogo affascinante, paragonabile a un bastimento, a una specie di nave mercantile sulla quale stava la ciurma, una squadra di persone, detti frantoiani. Uomini duri che lavoravano duramente. Ognuno di loro aveva un compito ben preciso. Le loro mansioni, cronometriche e impegnative, che venivano svolte come un orologio, quasi sempre raggiungevano lo scopo prefissato. Il loro capo squadra si chiamava «nachiro» (dal greco naùkleros, padrone della nave). Mio padre era uno di loro. Negli anni Settanta, insieme ad un gruppo di “colleghi” produttori di olive, aveva dato vita ad una cooperativa agricola, la cui sede era in un frantoio situato nel cuore del mio paese. Le olive raccolte quotidianamente venivano scaricate e quindi macinate nelle vasche di “pietra viva” di quel vecchio frantoio. La “pasta” ricavata dalle olive frantumate veniva infilata nei fìsculi (fiscoli) e dunque sistemati sotto la pressa. Dopo una prima pressione, si invertiva l’ordine dei fìsculi, quello di sopra passava sotto e così via, fino a ottenere una nuova pressione per fare uscire l’acqua di vegetazione (sentina) e l’olio di oliva. L’olio ottenuto veniva sottoposto ad accurata “analisi” per misurare il “grado di acidità”. Quanto più basso era il grado, tanto più l’olio era buono e, quindi, di alto prezzo. L’odore dell’olio e la “puzza” della sentina saliva nell’aria fino ad avvolgere l’intero paese. Avverto ancora quel piacevole olezzo impresso sulla giacca di mio padre frantoiano o, per meglio dire, di mio padre nachìru.

Tonino Filomena

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Notizie su Tonino Filomena

Tonino Filomena
Antonio Paolo Filomena (detto Tonino), è nato e vive a Maruggio (Taranto). Scrittore e storico. Ha conseguito la laurea in Scienze Politiche e Master in Finanza e Contabilità degli Enti Locali. Già Dirigente Area Affari Generali del Comune di Maruggio (Ta) e Funzionario Giudiziario Tribunale Taranto - Ufficio Giudice di Pace di Manduria (Ta). Già Segretario-tesoriere del Comitato nazionale per la tutela e valorizzazione della lingua e dei patrimoni culturali delle minoranze etnico-linguistiche in Italia (2004-2007) e del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Sandro Penna (2006-2008). Organizzatore di eventi culturali, coordinatore e relatore di numerosi convegni di studio e Premi Nazionali alla Cultura, per il cui impegno ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra i quali il Premio Letterario Nazionale Saturo d'Argento per la storia locale e la medaglia al merito conferita dal Centro Studi Melitensi del Sovrano Militare Ordine di Malta. E' Presidente regionale (Sez. Puglia) del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Membro della Società di Storia Patria per la Puglia (Sez. Taranto). Testimonial del Comitato Nazionale Tecnico Scientifico “No Lombroso” di Torino. Componente del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Manlio Sgalambro. Ha pubblicato: Sindacalismo Fascista (2000). Maruggesi nel primo Novecento (2001). Il relitto della Madonnina (2004). Guida a Maruggio dentro e oltre la storia (2006). Paese nostro povero ma bello (2009). Attacco a Maruggio 13 giugno 1637 (2010). Gli occhi della memoria (2011). Nel ventre della Balena Bianca (2012). Così parlò Bilbo (2013). Il soldato contadino (2015). L’infanzia perduta (2018). Il canto della nostalgia (2020). La bellezza dell'attimo (2021). Memorie di un Topo di Fogna (2023). Suoi contributi in: Maruggio nel solco dei secoli: il medioevo di Av. Vv. (1997). Marcello Gigante il sentimento della grecità e il Mediterraneo di Aa.Vv. (2003). San Francesco di Paola di P. Bruni (2003). Oltre la foresta – L’estetica della politica di P. Bruni (2005). Etnie – Popoli e civiltà tra culture e tradizioni di Aa.Vv. (2005). I calabro-greci. Chi sono? di Aa.Vv. (2005). Scanderbeg tra letteratura e radici mediterranee di Aa.Vv. (2006). Sui passi della Magna Grecia di Aa.Vv. (2006). Maschere sotto la luna, J. Contijoch di N. De Giovanni (2006). Un Bene Culturale per Comunità di Aa.Vv. (2006). D’una o dell’altra riva di questo mare di Aa.Vv. (2006). L’inquietudine del vivere di Aa.Vv. (2007). Solo uno sguardo io vidi… di Aa.Vv. (2007). Maruggio: la tua Terra, il tuo mare (2007). Oltre l’incompiuto – Letteratura e Risorgimento per una nuova idea d’Italia di Aa.Vv. (2011). Alessandro Manzoni – La tradizione in viaggio di Aa. Vv. (2023). Suoi interventi su: Rai1, Rai2, Rai Puglia e testate giornalistiche nazionali.

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