Dopo una fase di progettazione ed allestimento, durata circa un anno, il museo dell’olio diventa realtà.
La cerimonia ufficiale si svolgerà domenica pomeriggio nella stessa sede che è diventata ormai la casa del museo. Si tratta di un luogo unico e suggestivo, capace di racchiudere la storia di Sava. E’ il frantoio semi ipogeo situato sotto il palazzo comunale, collocato al centro della città, in piazza S. Giovanni.
Il museo comprenderà una sezione storica, con tutte le notizie che ricostruiscono il percorso di questo prodotto così pregiato, dalle origini all’ evoluzione della coltivazione dell’olivo. Senza dimenticare tutti i vari processi di lavorazione dell’olio ed il suo utilizzo nelle diverse popolazioni. Ad impreziosire l’esposizione, una sezione attrezzi. In quest’area, saranno visibili una serie di strumenti da lavoro che, nel tempo, sono stati utilizzati per la coltivazione dell’albero dell’olivo, la sua cura, la raccolta delle olive, la molitura e spremitura, con la ricostruzione di qualche pressa alla genovese e tutti gli oggetti connessi all’olio. Infine, una sezione immagini antiche dove si potranno ammirare scorci fotografici del passato, ripercorrendo in questa maniera la fase di raccolta delle olive.
Dunque, un vero e proprio viaggio nel tempo, lunga la via dell’olio extravergine d’oliva. Ed è quanto, lo stesso curatore del museo, Antonio Cavallo, tiene ad evidenziare. “ In coerenza con le linee di indirizzo dell’amministrazione comunale, in merito alle politiche dell’educazione e della formazione, si vuole porre il museo dell’olio come presidio per i beni culturali. Un luogo al servizio del territorio e nucleo propulsivo di attività e iniziative. Lo scopo è quello di promuovere il senso di appartenenza e l’orgoglio per le proprie radici, l’educazione alla conoscenza, al rispetto ed al senso di responsabilità nei confronti del patrimonio culturale ereditato”.
La sede del museo tra l’altro, ha una evidente rilevanza storica. “L’antico frantoio fu fatto erigere intorno alla metà del XVI sec. da Pompeo Prato, feudatario di Sava dal 1553 al 1575. Si sviluppa su due piani e un sotterraneo. Auest’ultimo ambiente successivamente, fu adibito a frantoio ma deve essere stato ricavato e adibito a cantina deposito dai PP. Gesuiti feudatari di Sava dal 1630 al 1767. Probabilmente, tale scantinato fu trasformato in frantoio-trappeto dall’ultimo feudatario di Sava, barone Giuseppe de Sinno, facoltoso commerciante di olio, tra la fine del XVIII e inizi del XIX secolo. Egli – racconta Cavallo – trasportava l’olio nel porto di Gallipoli, che era il più importante centro commerciale dell’olio nel Regno di Napoli tra il XVII e XVIII sec., per essere poi commercializzato in tutta Europa”.
Orgoglioso il primo cittadino Dario Iaia che ha sostenuto l’idea. “Nasce un museo e già questo di per sé, impreziosisce il nostro territorio. In più, è del tutto dedicato ad un prodotto della nostra terra, unico e prezioso come l’olio. Luoghi di questo genere fanno bene a tutti e valorizzano quanto di meglio possediamo. A Sava, si va ad aggiungere al già esistente museo missionario cinese e di storia naturale presso il convento dei frati minori. Anche quello, rappresenta un percorso culturale di qualità elevata.”
“S’intende dare così un impulso al turismo – dice Iaia – ed alla conoscenza, puntando sulla cultura rurale e sulle tradizioni popolari che ci caratterizzano. Ringrazio tutti coloro hanno contribuito alla realizzazione di questo importante progetto. Sono certo che, in tanti, avranno il piacere di visitarlo. In più, si potrà notare un reperto storico rilevante, una antica pressa alla genovese in legno del ‘700. Proveniente da un antico frantoio del salento, procurata dall’antiquario Antonio Dattis, da una donazione della cantina sociale La Popolare, è stata sapientemente restaurata e montata all’interno del frantoio ipogeo”.
“Negli ultimi anni – conclude il sindaco – nell’ottica di una costante valorizzazione del territorio, tra le varie iniziative, vorrei ricordare che abbiamo aperto anche un info point e partecipato a trasmissioni televisive, per mostrare le bellezze di Sava, del suo centro e delle sue zone rurali”.
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