lunedì 23 Dicembre, 2024 - 11:00:36

Notte della Taranta: Pierfranco Bruni «Sto con Belen e De Martino. Il resto è polvere senza vento»

Scoppia la polemica. Il polverone diventa antropologico e le terre arcaiche si trasformano in una sfrenata modernità, ovvero attualità. 

La Notte della Taranta con la presenza di Belen Rodriguez e Stefano De Martino non è più Taranta? Mi sembra troppo ma troppo ingannevole sostenere una tale parvenza. Il solito manifesto contro affiora con la firma di 18 intellettuali ed altri. Con Belen e Stefano si snatura una storia? Si sradicano le radici? Si sgretola un mito e gli archetipi diventano transitori stelle sotto la notte? Ma no. Uno scavo antropologico non perde i suoi connotati per così poco. Una identità salentina non diventa pioggia irresistibile per una innovazione che è anche necessaria. Non sono le loro presenze a slacciare il legame tra culture della memoria e culture delle demoetnoantropologia. Sarebbe così fragile il passato dei popoli da sfuggire alla storia? Ma, dai. La Taranta è un processo antropologico che tocca le viscere delle civiltà e delle contaminazioni ed io che vivo i processi antropologici nella mia eredità conosco molto bene le diversità e le transizioni.

Una cultura muore nel momento in cui la propria “religiosità” ha smarrito il labirinto il focolare e il rimorso. Non alziamo barricate da leggerezza ideologica. La Notte della Taranta vivrà se quelle radici non diventano folclore. Trasformare la Taranta in folclore è uccidere la metafisica della tradizione. Non mi pare che possano essere Belen e il De Martino (un cognome antropologico) a svilire una TRADIZIONE come ontologia laica di un processo letterario, musicale, filosofico, ovvero ancestrale. Siamo figli e gigli della terra e naviganti di mari nel Mediterraneo del pensiero forte.

Basta con questi appelli da intellettuali sessantottini. Troppo inutili. Troppo consumati. Pensiamo a innovare nella vera TRADIZIONE. Solo così è possibile tradurre un codice antropologico in una antropologia del vissuto oggi e non in una archeologia spenta. Sto con Belen e De Martino. Il resto è polvere senza vento.

Pierfranco Bruni

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Notizie su Pierfranco Bruni

Pierfranco Bruni
E' nato in Calabria. Ha pubblicato libri di poesia (tra i quali "Via Carmelitani", "Viaggioisola", "Per non amarti più", "Fuoco di lune", "Canto di Requiem", "Ulisse è ripartito", "Ti amero' fino ad addormentarmi nel rosso del tuo meriggio"), racconti e romanzi (tra i quali vanno ricordati "L'ultima notte di un magistrato", "Paese del vento", "Claretta e Ben", "L'ultima primavera", "E dopo vennero i sogni", "Quando fioriscono i rovi", "Il mare e la conchiglia") La seconda fase ha tracciato importanti percorsi letterari come "La bicicletta di mio padre", "Asma' e Shadi", "Che il Dio del Sole sia con te", "La pietra d'Oriente ". Si è occupato del Novecento letterario italiano, europeo e mediterraneo. Dei suoi libri alcuni restano e continuano a raccontare. Altri sono diventati cronaca. Il mito è la chiave di lettura, secondo Pierfranco Bruni, che permette di sfogliare la margherita del tempo e della vita. Il suo saggio dal titolo “Mediterraneo. Percorsi di civiltà nella letteratura contemporanea” è una testimonianza emblematica del suo pensiero. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Ha ricevuto diversi riconoscimenti come il Premio Alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per ben tre volte. Candidato al Nobel per la Letteratura. Presidente Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023.

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